“L’antibioticoresistenza è un problema di salute pubblica
prosegue di dimensioni globali, che passa per la tavola dei consumatori”. Lo sostiene
Pietro Vitelli di Altroconsumo. L’associazione aderisce alla campagna “Basta
antibiotici nel piatto” di Consumer International, che unisce le organizzazioni
dei consumatori di tutto il mondo, invitando i consumatori a sollecitare
produttori e distributori via mail.
“L’inchiesta di Altroconsumo – continua Vitelli - ha
fotografato il livello di salubrità della carne di pollo in distribuzione al
consumatore in 20 punti vendita di Roma e altrettanti di Milano. I risultati
ottenuti permettono di determinare il livello di resistenza attuale dei
microrganismi agli antibiotici e di stimarne la resistenza in futuro, se non
dovessero essere presi dei provvedimenti: il 19% dei batteri trovati è
resistente alla Cefepime, antibiotico usato per curare le infezioni delle vie
respiratorie e del tratto urinario. In futuro la resistenza potrebbe arrivare
al 96%. I rischi e le conseguenze: se non si maneggia con cura e non si cuoce
in modo adeguato la carne contaminata, i microrganismi resistenti potrebbero
trasferire la loro forza ad altri batteri nel nostro organismo - magari più
pericolosi - contro cui l’antibiotico potrebbe non essere più efficace”.
“Questa è l’antibioticoresistenza: l’uso eccessivo di questi
medicinali negli allevamenti, unito al sovrautilizzo degli antibiotici anche
quando il medico curante non ne prescriva l’assunzione, fa sì che i batteri si
fortifichino imparando a sopravvivere. Una resistenza che, a catena, si può
trasferire ad altri batteri con il rischio che gli antibiotici, farmaci essenziali
per la cura delle infezioni, perdano efficacia”, continua Vitelli. “Problema
strutturale del settore, non solo italiano: i risultati di un’analoga indagine
svolta in Portogallo segnala l’85% dei campioni positivi al test dell’E.coli,
in Spagna l’83%, in Belgio, il 76%”.
“Tutti i consumatori - conclude Pietro Vitelli - possono
partecipare alla campagna, inviando una mail - già compilata con le richieste -
ad allevatori e distributori. Sensibilizzare tutti sul tema di salute pubblica,
contribuendo all’invio massiccio delle mail ai diretti responsabili, contribuirà
a far cambiare le cose”.