lunedì 18 ottobre 2010

Il fiore di ogni dove. Delitto impunito, regia di Daniele Maltese

Il cortometraggio ha come tema centrale una partita a scacchi tra lo Stato (i bianchi) e la mafia (i neri), partita che si svolge non solo sulla scacchiera, ma in contemporanea anche nella vita reale.

Non a caso, a scacchi cominciano a giocare i bianchi, cioè lo Stato, che con la sua assenza offre la possibilità alla banda giovanile di nascere. È questo l’incipit del corto.

Il narrato filmico descrive un’escalation di eventi criminali, che consolida il potere della banda, che si trasforma in una vera e propria cosca mafiosa, nonostante le contromosse operate nel corso degli anni dagli apparati dello Stato.

Nel cortometraggio si usano insieme tecniche di animazione digitale e riprese analogiche, sovraimpresse e mischiate da dissolvenze, che traggono ispirazione dal “Settimo Sigillo” di Bergman.

Ad ogni mossa sulla scacchiera, realizzata in 3d, segue una ripresa in analogico a palesare il fatto.

Il corto si conclude con un messaggio ambivalente, che lascia allo spettatore un ampio ventaglio di ipotesi interpretative: vince lo Stato o vince la mafia?

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