un Vostro predecessore ,nonché nostro conterraneo ossia Giacomo Mancini.
già Ministro della Sanità, si trovò in una analoga situazione in cui Voi in
questo periodo state vivendo.
Ebbene , da grande politico lungimirante ed autorevole, avviò sul
territorio nazionale una campagna vaccinale obbligatori contro la poliomelite
con risultati altamente positivi di eradicazione della terribile malattia che
colpiva le popolazioni italiane di tutti i ceti sociali.
Comitato Difesa Consumatori, quale associazione portatrice di interessi
diffusi, vuole esprime la propria opinione che di seguito riportiamo, redatta
con la consulenza di un Nostro esperto dr. Pietro Russo, sottoponendola
all’attenzione della S.V. anche per il tramite dei media
LA PAURA DEI VACCINI: COSA FARE?
La percentuale della copertura vaccinale si è ridotta negli ultimi anni,
anche se, per fortuna, rimane abbastanza
alta. Purtroppo però, a destare una
certa preoccupazione sono la cattiva informazione e le crociate antivaccini,
alle quali assistiamo quotidianamente e
che spingono molti genitori a non vaccinare i propri figli.
Se questa tendenza si protraesse nel tempo rischierebbe di avere gravi conseguenze sia
sul piano individuale che collettivo, infatti la riduzione della percentuale
della copertura vaccinale sotto una certa soglia comporterebbe una perdita della protezione di tutta la popolazione, con
il rischio che si potrebbero
instaurare delle epidemie
importanti di malattie che, oltretutto,
essendo scomparse ormai da tempo,
potrebbero non essere facilmente riconosciute nell’immediatezza e quindi non essere trattate in tempo utile.
Una copertura al di sotto del 90- 95% non riuscirebbe a garantire quella che si chiama l’“immunità di gregge” , utile per proteggere chi non può vaccinarsi, per vari motivi.
In Italia, si è scelto di rendere
obbligatori solo i vaccini per la
poliomielite, il tetano, la difterite e
l’epatite B, che rappresentano delle malattie con un rischio di morte e di invalidità molto alto.
Ma, ogni Paese fa scelte diverse.
La suddivisione delle vaccinazioni in obbligatorie
e “fortemente” raccomandate, non ha, a nostro avviso, però alcun senso, e ritengo che dover ricorrere a leggi che le impongono sia una sconfitta
per tutta la comunità scientifica e soprattutto per i divulgatori scientifici,
in quanto risulta del tutto evidente che se c’è una resistenza all’uso dei
vaccini, significa che essi non hanno svolto un buon lavoro di informazione.
I bambini non devono essere vaccinati perché c’è
l’obbligo di legge ma perché è un loro
diritto essere protetti da malattie potenzialmente mortali.
Se è vero che i vaccini, come ogni
farmaco, non siano privi di possibili
effetti collaterali, si può
affermare che la loro sicurezza è stata
ampiamente documentata.
Tra le tante accuse che vengono mosse
ai vaccini c’è quella inerente alla presenza in essi di sostanze contaminanti. Già da anni, è stato
eliminato il mercurio, e si sta cercando di eliminare una sostanza adiuvante,
cioè che aumenta l’efficacia del vaccino, a base di alluminio, sebbene non vi
siano prove che possa causare effetti collaterali.
Una contestazione viene mossa da tempo al vaccino esavalente, che è
somministrato nei primi mesi di vita. In questo caso, viene criticato il fatto
che nel vaccino esavalente ci siano oltre ai 4 vaccini obbligatori, anche 2
raccomandati (l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzae di tipo B), e che
non sia possibile trovare le dosi per i singoli vaccini, perché le case
farmaceutiche hanno deciso di non produrle più.
Ma, quello che più di ogni altro ha rappresentato e che, purtroppo,
rappresenta ancora un elemento che suscita un certo timore nei genitori, che
devono sottoporre i figli ad alcuni
vaccini, non obbligatori, ma raccomandati, come quello trivalente (morbillo, rosolia e parotite), è
la correlazione che viene posta tra
questi vaccini e l’autismo. Questa correlazione venne riportata, per la prima
volta, in un lavoro, apparso su Lancet
nel 1998, da un medico inglese,
tale Andrew Wakefield, radiato dall’albo dei medici, dopo che il suo articolo
fu ampiamente smentito da una serie di studi, e ritirato dalla rivista
scientifica.
Dopo l’approvazione del nuovo piano nazionale
vaccinale, che prevede delle nuove vaccinazioni, inserite nei nuovi
livelli essenziali di assistenza (Lea), è
necessaria ora una regolamentazione che garantisca l’uniformità
dell'offerta vaccinale su tutto il territorio.
Anche l’istituzione di un'anagrafe vaccinale nazionale, proposta di recente dalle Regioni al ministro
della Salute, dalla quale risultino tutti i bambini e gli adulti che sono stati
vaccinati, quelli che non lo sono, e le eventuali conseguenze che ha prodotto
il vaccino, potrebbe essere uno strumento utile per avere un quadro
epidemiologico completo.
Vaccinarsi ha un valore etico, in quanto
rappresenta un atto di piena responsabilità nei confronti di alcune fasce di
popolazioni più deboli, come i bambini, gli anziani e le persone immunodepresse,
soprattutto se frequentano luoghi chiusi e promiscui, come le scuole.
Vaccinarsi è dunque da ritenere, da una parte, un
diritto, dall’altra un dovere.
Nonostante abbiano salvato milioni di vite, oggi i vaccini incutono timore. Essi sono, innanzitutto, vittime della cattiva informazione, che
determina diffidenza nei loro confronti, ma anche vittime del loro stesso successo. Infatti, non vedere più alcune
gravi malattie, ci fa sentire distanti dal problema, e a sottovalutarle.
Ma, sono, soprattutto vittime di una mancanza di
una vera “operazione trasparenza”, sia
sul piano scientifico che su quello del rapporto tra aziende sanitarie e case
produttrici.
Nel primo caso, tale trasparenza può essere
garantita dando maggiori informazione sulla farmacovigilanza ed in particolare
su tutte le reazioni avverse segnalate, e facendo fornire dagli esperti, in
programmi dedicati, tutte le risposte agli eventuali dubbi, a volte, anche
legittimi, che possono presentarsi su singole questioni, che risultano controverse
o percepite come tali. Attaccare chi pone delle osservazioni, senza dare
risposte chiarificatrici, significherebbe dare forza ai detrattori dei vaccini,
rischiando la messa in discussione del loro valore in generale, e questo
francamente sarebbe davvero pericoloso. Nel secondo caso, sgombrando il campo
dai dubbi su possibili condizionamenti e pressioni delle case produttrici dei
vaccini, sulle aziende sanitarie, pubblicando in rete le operazioni di
acquisto. Solo così non verrà prestato
il fianco a coloro che utilizzano le ipotetiche manovre e gli interessi occulti, per dare forza alla loro
campagna contro i vaccini, che condiziona negativamente l’opinione pubblica
sulla loro utilità e quindi sul loro utilizzo.
Tenendo presente, comunque, che per ottenere la
fiducia della gente non è necessario indignarsi per le osservazioni ed i dubbi,
a volte anche legittimi, sollevati da qualcuno,
quanto piuttosto dimostrare la propria credibilità.
prof. Pietro
VITELLI
Comitato Difesa
Consumatori
Web : sito web:https://comitatodifesaconsumatori.wordpress.com/
Nessun commento:
Posta un commento