Pietro Vitelli responsabile Altroconsumo Regione Calabria fa
sapere che l’Iva pagata sulla Tariffa d’igiene ambientale (TIA1) deve essere
restituita ai cittadini che l’hanno pagata. Somme impropriamente riscosse dai
Comuni, anche da dieci anni a questa parte, devono essere rimborsate ai
consumatori precisando, gli aspetti giuridici che consentono ciò.
Non tutti sanno, infatti, che da ben tre anni esiste la sentenza della
Corte Costituzionale (n.238 del 24/7/2009), la stessa, ha stabilito che l’Iva
non possa essere applicata alla TIA proprio per la natura tributaria della
tariffa, i consumatori dei Comuni che l’hanno adottata hanno continuato a
pagare negli anni - cifre variabili complessivamente dai 70 ai 150 euro circa
d’imposta non dovuta.
Altroconsumo lancia la petizione sul sito
www.altroconsumo.it, fa sapere Pietro Vitelli, chiedendo supporto agli oltre
150.000 visitatori, compresi i moltissimi visitatori calabresi, della pagina
online dedicata quest’anno alla TIA, perché la soluzione al problema sia strutturale
e non individuale.
È importante che tutti i consumatori in Italia, continua
Pietro Vitelli, abbiano le stesse opportunità di recupero delle somme versate:
per Altroconsumo la soluzione consiste
nell’introdurre una voce all’interno del modello di dichiarazione dei redditi
730 e Unico dove indicare l’ammontare dell’Iva pagata (documentata dal
contribuente con le fatture in suo possesso) per procedere al rimborso, anche
dilazionato nei tempi e modi previsti per i crediti Irpef.
Gli scenari variano da Comune a Comune. Alcuni esempi
concreti: al centro Italia, in un appartamento di 90 metri quadri abitato da
quattro persone, il rimborso sarebbe di circa 100 euro considerando che in
queste località molti Comuni sono passati alla
Tia nel 2005. La stessa situazione darebbe diritto a un rimborso di 86
euro a Bolzano per gli ultimi cinque anni e di 78 euro a Trento per gli ultimi
quattro anni.
C’è chi non è ancora passato dalla vecchia Tarsu alla TIA. Alcuni
Comuni si sono preoccupati di informare i cittadini, chiedendo di pazientare in
attesa di un’applicazione chiara della decisione della Corte Costituzionale.
Altri Comuni hanno sospeso la fatturazione con Iva del servizio di smaltimento
e raccolta dei rifiuti, senza procedere però al rimborso del pregresso. C’è chi fa orecchie da mercante: molti Comuni
disconoscono la portata della sentenza continuando ad applicare l’Iva al 10% al
servizio che svolgono, rifiutando qualsiasi richiesta di chiarimenti.
Altroconsumo esige chiarezza per tutti ed invita i cittadini
consumatori-utenti calabresi a visitare il sito internet ed aderire
all’iniziativa.