lunedì 15 dicembre 2008

Marra ancora delegato calabrese della Fig


Nella foto Mario Marra, delegato Fig Calabria

CETRARO (COSENZA) – Nei prossimi quattro anni sarà ancora il cetrarese Mario Marra a ricoprire il ruolo di delegato regionale della federazione italiana golf. Marra è stato confermato anche per il quadriennio olimpico che va dal 2008 al 2012.

L’obiettivo è già puntato sulle attività giovanili, particolarmente intense in Calabria e in tutto il Mezzogiorno. “Il golf aiuta i più piccoli a sviluppare un rapporto positivo con l’ambiente e permette loro di allenare la mente, prima ancora che il fisico”, spiega Marra. “È per questo che bisogna investire con forza e convinzione sui giovani golfisti”.

I risultati sportivi, d’altra parte, confermano l’interesse dei più piccoli per questa disciplina. Nel 2008 i giovani calabresi si sono comportati bene. Gabriele La Cava in settembre a Biella è stato protagonista di un torneo internazionale a cui hanno preso parte alcuni degli under 16 più forti del mondo. A ottobre, poi, è stato il tredicenne Giovanni Iozzi a rappresentare la Calabria alla finale del torneo Pinocchio sul green di Montecatini Terme. “Siamo contenti per i risultati di La Cava e Iozzi, ma anche per quelli colti dagli altri nostri giovani”, spiega Marra. “È una gioia e una soddisfazione vedere tanti ragazzi affollare le lezioni di golf”.
Il San Michele Golf Club di Cetraro è impegnato in modo particolare su questo terreno. Martedì e domenica si tengono corsi gratuiti dedicati ai più piccoli.

Ma quali sono le prospettive per il golf nel Mezzogiorno d’Italia e in Calabria? “Il nostro sport è diventato un volano di crescita turistica per molti Paesi europei e africani. Speriamo che anche in Calabria la classe dirigente, politica ma non solo, sappia cogliere nei prossimi anni le potenzialità del golf”.

martedì 9 dicembre 2008

Golf Club San Michele, tra sport e solidarietà

La “Coppa dell’Immacolata pro Unicef” ha consentito al circolo calabrese di raccogliere fondi a favore dei bambini africani. Sul campo successo di Salvatore Verta davanti al canadese Edward Kurcin

La festività dell’Immacolata concezione è stata all’insegna del connubio tra golf e solidarietà. Il Golf Club San Michele di Cetraro, in provincia di Cosenza, ha voluto chiudere l’anno con una importante iniziativa in collaborazione con l’Unicef locale: la “Coppa dell’Immacolata pro Unicef”, gara Stableford su 18 buche aperta anche ai non classificati. Una parte dell’incasso è stata utilizzata per l’acquisto di gadget Unicef e pigotte, le tradizionali bambole di pezza che i volontari del Fondo delle Nazioni unite per l’infanzia vendono per fornire ai bambini dei paesi africani interventi mirati che riducono il pericolo di mortalità nei primi cinque anni di vita.

A rappresentare il Fondo delle Nazioni unite per l’infanzia la responsabile locale Tiziana Prezio che, nel corso della cerimonia di premiazione, ha ringraziato i soci del circolo per la sensibilità dimostrata. “Non è la prima volta che collaboriamo con l’Unicef, una realtà che si batte per ottenere importanti risultati sul fronte della difesa dell’infanzia”, ha detto il presidente del circolo Giorgio Petracca, affiancato nella cerimonia di premiazione dal delegato regionale Fig Calabria Mario Marra.

Dal punto di vista sportivo, il successo è andato a Salvatore Verta che si è imposto nella classifica Netto con 37 punti, davanti al canadese Edward Kurcin (33 punti per lui). Primo nella classifica al lordo dell’handicap, con 29 punti, il giovanissimo Giovanni Iozzi, tredicenne di belle speranze. Nelle altre categorie si sono imposti Giorgio Petracca (Seniores, 29 punti), Gianmarco Marra (Juniores, 29 punti), Antonio Intini (primo Unicef, 32 punti) e Mario Bencivinni (secondo Non classificati Unicef, 22 punti), Antonio Mandato (Non classificati, 37 punti) e Aldo Mandato (torneo Putt for the children Unicef). Ottimi risultati anche per Francesco Borrelli, Pierpaolo Quercia, Fernando Loizzo, Gabriele La Cava, Giuseppe Capolupo e Luca Di Donna.

mercoledì 3 dicembre 2008

Viaggi nell'animazione. Un libro per il cinema

di Clelia Rovale

Importante riconoscimento per il libro “Viaggi nell'Animazione. Interventi e Testimonianze. Da Émile Reynaud a Second Life”, a cura di Matilde Tortora, direttore artistico della Rassegna internazionale del Cinema “Il Fiore di Ogni Dove - Premio Simona Gesmundo”, presentato nel corso della recente IV edizione della stessa Rassegna, organizzata dal Laboratorio sperimentale “Giovanni Losardo”, svoltasi a Cetraro. Al volume curato dalla professoressa Tortora, edito da Tunué, con testi di Luciana Bordoni, Patrizia Cacciani, Mario Franco, Mario Gerosa, Gianni Rondolino, Matilde Tortora, Nunziante Valoroso e con interviste a Bruno Bozzetto, John Canemaker, Michel Ocelot, nel prestigioso Teatro Verdi di Salerno, lo scorso 14 novembre, è, infatti, stato attribuito il Premio “Un libro per il cinema / Il cinema per un libro” 2008, nell’ambito della penultima serata della 62° edizione del Festival di Cinema della città. La motivazione che ha determinato tale importante riconoscimento è la seguente: “Per il contributo rilevante che esso apporta alla conoscenza del cinema di oggi e anche all’ introduzione in quello dell'immediato futuro, in quanto, per la prima volta, il percorso in tappe nel cinema d’animazione che viene affrontato dai saggi in esso contenuti, dalle origini ottocentesche arriva a trattare i recenti sviluppi delle sperimentazioni informatiche degli «agenti intelligenti» e del mondo virtuale di Second Life, rivelando non solo le nuove e imprescindibili commistioni tra “il cinema d’animazione” e “il cinema “dal vero”, ma anche inducendo una riflessione critica sulle nuove modalità di fruizioni che si vanno configurando per il cinema e per le aeree nuovissime ad esso strettamente affini per il ricorso alle tecniche digitali”. “Questo Festival - ha voluto sottolineare la stessa professoressa Tortora al rientro in Calabria, dopo la cerimonia di consegna del premio - che è per anzianità il secondo in Italia dopo il Festival di Venezia (essendo quello di Venezia quest’anno alla 64° edizione e quello di Salerno, appunto, alla 62°), ha da sempre dato la sua attenzione al veramente nuovo, a vari generi cinematografici. E’stato, ad esempio, tra i primi a inserire in concorso film documentaristici e ad avere sezioni per diversi generi di film e ha sempre riflettuto sul cinema con tavole rotonde, incontri con esperti, con l’intento di decodificare e promuovere un cinema davvero innovativo”. “Ricevere questo importante premio - ha concluso il direttore artistico della Rassegna “Il Fiore di Ogni Dove” di Cetraro - ci onora particolarmente, così come ci onora la motivazione. E trovo che avere inserito questa Sezione e attribuire da parte di un Festival di Cinema il Premio “Un libro per il cinema / Il Cinema per un libro” sia di grande profondità culturale, come se non solo prendesse in considerazione, primo e unico tra tutti i Festival di Cinema, l’importanza dei libri che trattano di cinema, ma anche ci facesse riflettere su come tutto il cinema possa, come dire, apparecchiarsi, farsi per poi anche essere riflettuto da un libro. Davvero un’idea di grande spessore culturale”. “Voglio, infine, ricordare - ha concluso Matilde Tortora - che non siamo nuovi a questo importante riconoscimento, poiché due anni fa lo stesso Premio fu attribuito al libro “Molloy: dall’Intelligenza artificiale al Cinema”, opera purtroppo postuma di Simona Gesmundo, edito dal Laboratorio Sperimentale “Giovanni Losardo”, che era la tesi di laurea di Simona, che, come sappiamo, è stata tra i primi studiosi in Italia di Intelligenza artificiale applicata al cinema. Il Premio a “Viaggi nell’Animazione. Interventi e Testimonianze nel mondo animato. Da Emile Reynaud a Second Life” è, in qualche modo, una riconferma anche del forte legame che esso ha con l’eredità culturale che Simona ci ha lasciato e che noi, anche con questo libro e col Premio Internazionale Simona Gesmundo - Corti d’Animazione che ogni anno si tiene a Cetraro, stiamo portando avanti, con il contributo anche dei grandi studiosi e autori del cinema d’animazione italiani e internazionali, che appunto sono i coautori del libro premiato”.( Il Quotidiano Idee e società)

EDUCARE ALLA VITA DENTRO IL CARCERE

di Vincenzo Andraous

Rimbomba un silenzio che fa baccano, ma nessuno intende farsene carico, neppure della pietà della morte, quella che dovrebbe indignare le coscienze, perché ingiustificata, spettacolarizzata, dimenticata.
Sulla condizione del carcere italiano, ognuno indica le cause, le deficienze, le cure e gli interventi da apportare, le urgenze non più procrastinabili per tentare di riconsegnare al carcere la propria utilità.
Eppure rimane sempre più incancrenito l’isolamento a cui è costretto, l’emarginazione a cui non si riesce a dare un senso, come se circondare il tempio del castigo con un incessante sequestro dei bisogni, primo tra tutti il non rispettare la dignità della persona, fosse il metodo meno costoso in termini di investimenti finanziari e di professionalità umane.
Il carcere non è un universo chiuso in se stesso, infatti un esercito di volontari varca ogni giorno quei cancelli per dare conforto e assistenza, poco importa se ciò avviene mantenendo inalterato il meccanismo perverso che il sistema penitenziario riproduce quotidianamente.
Il carcere è opposto e contrario a quanto auspicato dalla nostra carta magna nell’art. 27, perché in una condizione di morte e di abbandono affettivo e culturale, non è possibile generare rieducazione né risocializzazione, tanto meno consolidare il valore della pazienza della speranza, annullando la pazienza della disperazione.
Un mero contenitore da fare rotolare sopra gli ammanchi intellettuali, in queste restrizioni solidaristiche, dovrebbe comunque assolvere alla richiesta di sicurezza della società, contrastare subculture, autismi istituzionali che partoriscono cittadinanze disperanti.
Non è lecito contemplare pietà, né carità, dentro una pena che passa avanti sulla morte di tanti ragazzi-cittadini detenuti, dall’inizio dell’anno quanti sono stati i decessi per suicidio e connessi, una moltiplicazione da non potere passare inosservata, eppure è quello che accade tra cecità e sordità dei numeri, soprattutto dei silenzi colpevoli.
Forse sul mondo capovolto del carcere, delle sue celle stracolme, a intorbidire oltremodo il disagio, c’è una letteratura grossolana, che avvolge quella sorta di terra di nessuno e la popolazione detenuta, rendendo impossibile “uscire” dalle menzogne costruite a arte, “uscire “ dalla ideologia mascherata di giustizia, “uscire” da un giustizialismo di periferia, “uscire” dalla costrizione a sopravvivere violentemente e miserabilmente.
Forse il metodo da adottare e portare avanti per riuscire ad accettare le prove della vita, anche le più dure, sta nel tentare di delineare progetti futuri, che vedano il detenuto impegnato in prima persona. Infatti è al detenuto ( giustamente ) che si chiede di fare autocritica, di accettare l’accompagnamento in un tragitto di vita privo di libertà, a causa delle proprie azioni sbagliate.
C’è bisogno di educare alla vita, senza falsi moralismi, ma attraverso una relazione, un rapporto con la società, perché è solo nell’incontro con l’altro che esiste possibilità di uscire dal proprio sé.
Chissà non ci aiuti un po’ il pensare che occorre riparare al male fatto, continuando a sopravvivere, e magari tentando di diventare migliori di quando siamo entrati, nonostante il carcere e le sue inaccettabilità, intendendo questa sfida una conquista di coscienza, non certamente una disattenzione statuale.

lunedì 1 dicembre 2008

Golf Club San Michele, vincono Verta e Iozzi

Nella foto Giovanni Iozzi, primo nella classifica Juniores


CETRARO – Continua con grande successo l’attività agonistica del Golf Club San Michele di Cetraro, in provincia di Cosenza. Domenica scorsa si è tenuto il penultimo torneo del 2008, “A denti stretti… di Giorgio Petracca”. L’ultimo appuntamento agonistico è in programma lunedì 8 dicembre, prima del rompete le righe per le festività natalizie.


Il successo nella classifica Generale Netto è andato a Salvatore Verta (handicap 3) che, con 37 punti Stableford, ha preceduto Giuseppe Bitonti (24 di handicap) con 35 punti e Celestino Moliterno (handicap 10) che ha completato il giro di 18 buche con 34 punti. Sopra i 25 punti hanno chiuso Antonio Intini, Edward Kurcin, Luigi Francavilla, Giovanni Iozzi e Paolo Ligarò.
Nelle altre categorie, si sono imposti Celestino Moliterno (Lordo), Edward Kurcin (Seniores), Giovanni Iozzi (Juniores) e Antonio Mandato (Non classificati).


“È stata un bella giornata di sport”, ha detto il presidente del circolo Giorgio Petracca nel corso della cerimonia di premiazione. “Siamo soddisfatti, in particolare, per la partecipazione al torneo di un buon numero di giocatori non classificati, nuove leve che stanno portando grande entusiasmo”. La giornata è stata impreziosita dalla grande partecipazione di giovani e giovanissimi alle lezioni gratuite di golf tenute dal maestro Eugenio Grosso. “Vedere tanti bambini sul campo pratica ci riempie di soddisfazione”, ha sottolineato Petracca, affiancato al tavolo della premiazione dal delegato regionale della Federazione italiana golf Calabria Mario Marra.

giovedì 13 novembre 2008

Agli antichi splendori il Mausoleo di Cirella

di Tiziana Ruffo


Il panorama artistico e storico-archeologico di Diamante si arricchisce di un nuovo prezioso tassello. Restituto agli antichi splendori il Mausoleo di Cirella.
Il Mausoleo, ben visibile dalla SS 18 all’altezza dell’ingresso sud per Cirella, è un monumento funerario di epoca imperiale, databile tra la fine del I ed il III secolo d.C. Si tratta di un imponente edificio a pianta centrale costituito da un poderoso muro circolare in laterizi, fondato su un basamento in cementizio foderato di blocchi calcarei quadrangolari, con ingresso posto sul lato ovest dell’edificio (lato mare). L’opera architettonica, di pregevole valore archeologico, si colloca in un’area cimiteriale scoperta nel 1960 in occasione della costruzione della SS 18, allorché vennero alla luce ben 39 tombe di epoca imperiale, di cui 37 a cassa e due alla cappuccina. Altre tombe furono poi rinvenute, nella stessa area, durante i lavori di ristrutturazione di “casa Mattera” (oggi Hotel Villa Cerelis) nel 2002.
L’imponente opera di recupero del Mausoleo è avvenuta nell’ambito dei fondi Pit (Progetti Integrati Territoriali a carattere regionale che utilizzano i fondi strutturali europei per realizzare azioni intersettoriali),
il cui percorso è stato avviato e promosso dal prof. Luigi Fabiani. Sono stati effettuati innumerevoli interventi volti al recupero archeologico dell’intera area e alla sua messa in sicurezza, in un lavoro sinergico che ha visti coinvolti l’Amministrazione Comunale di Diamante guidata dal Sindaco, Ernesto Magorno, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e, a livello di collaborazione esterna, l’Associazione Culturale Cerillae. I lavori eseguiti dall’Impresa dell’Ing. Nicola Clausi sono stati effettuati sotto l’attenta guida degli assessori comunali alla Cultura e ai Lavori Pubblici, Battista Maulicino e Pierluigi Benvenuto e con la supervisione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, rappresentata dal responsabile di zona, Gregorio Aversa, coadiuvato da Antonella Zotti e Fabrizio Mollo. La zona archeologica è stata visionata dalla Soprintendente per i Beni Archeologici della Calabria, Caterina Greco, che è rimasta fortemente impressionata dalla valenza culturale e paesaggistica del sito e si è dichiarata subito disponibile ad un potenziamento degli investimenti per la valorizzazione dell’intera area. Il presidente dell’Associazione Cerillae, Franco Errico, ha formalmente chiesto all’Amministrazione Comunale una sala idonea in cui poter custodire eventuali reperti riaffioranti dagli scavi nella prospettiva a breve o a medio termine dell’istituzione di un museo archeologico a Cirella. . “L’intervento di sistemazione e fruizione del Mausoleo romano rappresenta - ha dichiarato l’archeologo Fabrizio Mollo - un evento importantissimo per la piccola comunità di Cirella, che può vantare una storia ininterrotta che va dal paleolitico medio sino ai nostri giorni. Si tratta di uno dei monumenti più importanti nel panorama dell’architettura funeraria di epoca romana ancora conservato nel nostro comprensorio, più in generale, dell’intera Calabria”. Grazie a tali lavori è stato possibile acquisire il bene archeologico, che prima gravitava interamente su area privata, e renderlo finalmente libero al pubblico, a cui era stato impedito l’accesso per lunghissimo tempo. Gli scavi, peraltro, hanno fatto emergere il fondo di una sepoltura in laterizi, forse del tipo a cassa o alla cappuccina, a ridosso della quale sono stati rinvenuti altri frammenti di laterizi e qualche frammento di anfora, forse frutto dell’opera di distruzione della tomba stessa; ed hanno consentito altresì di mettere in luce l’imponente struttura anulare in blocchi calcarei squadrati e laterizi che fa da base al possente muro perimetrale dell’intero edificio.
La sinergia istituzionale ha consentito, dunque, di raggiungere tale importante risultato. Secondo Mollo è questa la via che bisogna seguire per la valorizzazione del patrimonio artistico del Tirreno cosentino.
“I comuni - ha precisato l’archeologo- devono essere propositivi perché le opportunità che oggi offrono i fondi comunitari permettono di valorizzare le grandi emergenze archeologiche del territorio e di metterle in rete in un progetto generale che possa dare una “visibilità” anche dal punto di vista turistico a questo territorio”. ( Gazzetta del Sud 13.11.2008)

martedì 4 novembre 2008

Pinocchio sul green, il calabrese Iozzi secondo netto assoluto

Ancora un importante successo a livello giovanile per il Golf Club San Michele di Cetraro, in provincia di Cosenza. Il tredicenne Giovanni Iozzi è arrivato secondo netto assoluto alla finale del torneo “Pinocchio sul green” che si è svolta domenica 26 ottobre sui fairway del Golf Club di Montecatini Terme. Iozzi ha completato il giro in 85 colpi, appena nove in più del vincitore, il friulano Giulio Castagnara, primo lordo davanti a Lorenzo Barsella (79 colpi). Nella classifica al lordo dell’handicap, Iozzi ha ottenuto un buonissimo sesto posto.

All’ottimo piazzamento di Iozzi, è andato ad aggiungersi il successo nella categoria under 12 femminile di Ludovica Farina, talentuosa siciliana allenata dal cetrarese Giuseppe Marra, maestro del Golf Club Le Madonie di Cefalù, in provincia di Palermo. La giovane golfista l’estate scorsa ha partecipato al quarto corso Fig Calabria organizzato dal San Michele.

“Pinocchio sul green”, giunto alla settima edizione, è uno dei più importanti tornei juniores italiani. Alla finale di Montecatini, i golfisti under 14 e under 12 che si sono sfidati l’ultima domenica di ottobre sono arrivati dopo 25 selezioni disputate nei migliori golf club italiani, alle quali hanno partecipato in totale circa duemila ragazzi.

“Sono molto soddisfatto dell’esito della finale di Montecatini”, spiega Mario Marra, responsabile giovanile per l’Italia meridionale. “Il lavoro che svolgiamo quotidianamente sui ragazzi in tutte le regioni del sud sta dando importanti frutti”.

Al rientro in Calabria, Giovanni Iozzi ha fatto un bilancio dell’esperienza in Toscana. “È stato bello confrontarsi con così tanti ragazzi molto bravi e preparati. Al di là del risultato sportivo, partecipare alla finale di un torneo così importante è stata per me un’esperienza davvero formativa”.

La settima edizione di “Pinocchio sul green” è stata organizzata da Consorzio Toscana Golf, Apt, Federazione Italiana Golf (Comitato regionale toscano), Provincia di Pistoia e Toscana Promozione, con il patrocinio della Fondazione Carlo Collodi.

L’attività di formazione giovanile del Golf Club San Michele continua, anche alla luce degli importanti risultati sportivi che la seconda parte del 2008 sta riservando. Già da settembre è attivo il corso gratuito di golf per giovani e giovanissimi, in programma due volte a settimana, martedì e giovedì.

sabato 25 ottobre 2008

I magazine nazionali si occupano del Golf Club San Michele

I riflettori delle più importati testate nazionali di settore sono puntati sul Golf Club San Michele di Cetraro, guidato dal presidente Giorgio Petracca e dal delegato regionale della Fig Calabria Mario Marra.

I numeri di ottobre di "Golf&Turismo" e de "Il mondo del golf" hanno dedicato ampio spazio alla quarta edizione del Corso Fig Calabria che si è svolto alla fine della scorsa estate sui green del San Michele. "Golf&Turismo" ha pubblicato la notizia nella rubrica "Juniores". "Il mondo del golf" ha dato spazio all'importante iniziativa nella sezione "Attualità dai circoli".

Al quarto Corso Fig Calabria ha partecipato un folto gruppo di giovani golfisti provenienti da numerose regioni italiane. Tra i maestri, oltre al campione degli anni Sessanta e Settanta Roberto Bernardini, c'erano Luca e Marco Bernardini, Gianluca Crespi e Giuseppe Marra.

L'attenzione che i maggiori magazine nazionali di settore stanno dedicando al Golf Club San Michele è il giusto premio per un circolo dinamico, aperto ai giovani e impegnato nella diffusione di uno sport che ha enormi potenzialità in termini di ricadute turistiche. La scorsa estate sui green del San Michele hanno giocato Coreani, Cechi, Russi, Tedeschi, Canadesi e Scozzesi. Investire sul golf, dunque, potrebbe essere rilevante per fare turismo di qualità in grado di intercettare flussi nazionali e internazionali.

In questa ottica è decisivo puntare sulla passione delle nuove leve. Da settembre, ogni martedì e ogni domenica, al San Michele sono attivi corsi gratuiti per giovani e giovanissimi tenuti dal maestro Eugenio Grosso di Cetraro.

mercoledì 15 ottobre 2008

Sotto il cielo della capitale “Gli anni veloci”

di Luca Fortunato

Nei giorni scorsi sotto il cielo della Capitale nella splendida libreria Enoarcano è stato presentato l’ultimo libro di Carmine Abate “Gli anni veloci - Le parole di Lucio Battisti e Rino Gaetano per cantare un amore che corre veloce” edito da Mondadori. Hanno parlato insieme all’autore di questa entusiasmante opera intrecciata tra la musica e lo sport: Valerio Piccioni, responsabile delle pagine romane della Gazzetta dello Sport e organizzatore della Corsa di Miguel, Diego Zandel scrittore e critico letterario e Luciano Minerva giornalista RAI. Carmine Abate uno dei talenti letterari italiani ormai vanta numerose pubblicazioni che sono anche tradotte in molti paesi. Come ci suggerisce una nota il romanzo è “un’intensa, movimentata e intrigante storia d’amore, di sport e di musica, che avvince come un giallo e che è ambientato tra la Calabria, Firenze, Roma e il Trentino”. L’opera è un concentrato di vita che lega i sogni alla realtà in un intreccio di speranze adolescenziali con i miti dei palcoscenici. “Tra i personaggi - continua la nota - spiccano un inedito Rino Gaetano e Lucio Battisti. Non a caso il libro viene pubblicato proprio il giorno del decimo anniversario della scomparsa di Battisti. A lui vengono indirizzate lunghe e appassionate lettere da Anna, una ragazza di un paesino del Crotonese che studia al Liceo Classico Pitagora di Crotone e che ha conosciuto il suo Lucio in Toscana, durante la famosa cavalcata da Milano a Roma di Battisti e Mogol. Tra i personaggi compare in tutta la sua parabola di uomo e di artista indimenticabile Rino Gaetano, lontano dai cliché della recente fiction televisiva . La storia di Rino s’intreccia con naturalezza alle vicende dei due protagonisti principali, Anna e Nicola, da quando arrivava a Crotone da Roma in autostop e cantava agli amici crotonesi le sue canzoni ancora sconosciute fino al successo clamoroso e al drammatico epilogo, che è ancora una ferita aperta per chi lo ama”. Carmine Abate, artista di grandi successi, sarà ospite in Calabria accanto all’attrice e regista Virginia Barrett ed al musicista Cataldo Perri. Lo scrittore sarà presente il 16 ed il 18 ottobre rispettivamente a Cariati e Camigliatello nella formula di lettore con la Barrett e con musica dal vivo di Cataldo Perri. E’ previsto uno spettacolo anche a Crotone per il 17. Gli appuntamenti di Cariati e Camigliatello ricadono nel progetto promosso dal Ministero dei Beni culturali "Ottobre piovono libri" mentre l'incontro di Crotone è promosso da Castellaria.

martedì 14 ottobre 2008

A Gabriele La Cava il terzo trofeo Banco di Napoli di golf





È andato al giovane talento Gabriele La Cava il terzo “Trofeo Banco di Napoli” organizzato domenica scorsa dal Golf Club San Michele di Cetraro, in collaborazione con la filiale paolana del Banco di Napoli, sponsor della manifestazione. La Cava si è imposto nella categoria Generale Lordo Stableford con 25 punti, davanti a Celestino Moliterno ed Evelina Marra. Il giovane golfista si è aggiudicato anche il premio speciale per il tiro di partenza più lungo (Driving contest), realizzato alla buca 7.

A premiarlo, nella suggestiva cornice del putting green della Club house cetrarese, il presidente del Circolo Giorgio Petracca, il delegato regionale della Fig Mario Marra e il direttore della filiale paolana del Banco di Napoli Lucio Luciani. Alla cerimonia di premiazione ha assistito anche una delegazione del club pugliese San Domenico Golf.

“È stata una splendida giornata di sport”, ha detto il presidente Petracca, aprendo la cerimonia di premiazione. “Il prezioso sostegno del Banco di Napoli ci ha permesso di organizzare un evento molto importante e partecipato”.

La Cava domenica sera non è stato il solo a mettere un premio in bacheca. Nelle altre categorie si sono imposti Celestino Moliterno (0-18 Netto Stableford e Nearest to the pin, ossia tiro più vicino alla bandiera) e Giuseppe Bitonti (18,1-36 Netto Stableford). Riconoscimenti speciali a Evelina Marra (Lady), Giorgio Petracca (Seniores), Alessandro Moliterno (Juniores), Domenico Antonio Papalia (Non classificati) e Antonio Mandato (Principianti).

Sul tee di partenza della buca 1 del Golf Club San Michele si sono presentati poco meno di una cinquantina di partecipanti. Un enorme successo, favorito anche dalla perfetta organizzazione e dalla splendida giornata di sole. Due i giocatori provenienti dall’estero: Edward Kurcin (Canada), secondo nella categoria 0-18 Netto Stableford e Richard Rauth (Germania).

Il “Trofeo Banco di Napoli”, oltre agli atleti impegnati in gara, ha visto la partecipazione di decine e decine di piccoli golfisti in erba che per tutta la giornata si sono cimentati con mazze e palline sul campo pratica, sul pitching green e sul putting green, seguiti dal maestro Eugenio Grosso. Il Golf club San Michele, come tutti gli anni, ha avviato dopo l’estate un corso gratuito rivolto ai giovani che vogliono avvicinarsi a questo sport. Il corso è in programma tutte le domeniche e il martedì pomeriggio.

sabato 11 ottobre 2008

Il Fiore di ogni dove. Premio Simona Gesmundo 2008

Il Premio Simona Gesmundo sezione disegno animato ai registi israeliani Michal Pfeffer e Uri Kranot per il corto Heart of Amos Klein. Per la sezione digitale vince l’italiano Francesco La Regina con il corto Albert, Al&Bart e la relatività speciale.
Menzione speciale alla regista statunitense Signe Baumane per il corto Veterinarian e all'artista italiana Ida Gerosa per l'opera di computer-art Nascita.
È questo quanto ha deciso nei giorni scorsi la giuria internazionale, presieduta dal regista Luigi Di Gianni e composta da Robert Kalman, membro dell’esecutivo dell’UNESCO, dall’artista Anna Kiss, da Luciana Bordone, docente di intelligenze artificiali all’Università La Sapienza di Roma, da Alfonso Tortora, docente di storia contemporanea all’Università di Salerno, da Ernesto Paolozzi, docente di filosofia all’Università di Napoli, da Francesca Villani, responsabile editoria e comunicazione del Laboratorio Losardo, da Gaetano Gesmundo, presidente dell’associazione Simona Gesmundo e dalla scrittrice Matilde Tortora, direttore artistico della Rassegna Internazionale del Cinema Il Fiore di ogni dove.
La cerimonia di consegna del Premio si svolgerà il 28 ottobre a Cetraro nei locali della Colonia San Benedetto nell’ambito della 2 giorni della quarta edizione della Rassegna internazionale del Cinema, che si terrà il 27 e il 28 ottobre.
Nelle edizioni precedenti il Premio Simona Gesmundo corti di animazione è stato assegnato alla regista di Urbino Lucia Belli, al regista di Monza Massimo Carrier Ragazzi, alla regista russa Irina Litmanovich e al regista tedesco Martin Rahmlow.
Il Cristo d’argento sezione cinema sarà assegnato al regista francese Hoël Caouissin autore di film d’animazione.
Anche la quarta edizione de Il Fiore di ogni dove, organizzata dal Laboratorio Losardo, si avvale del patrocinio dell’UNESCO di Parigi e dell’ASIFA, associazione mondiale dei corti d’animazione.

mercoledì 8 ottobre 2008

Golf Club San Michele: domenica 12 ottobre il terzo “Trofeo Banco di Napoli”




È arrivato alla terza edizione il “Trofeo Banco di Napoli” organizzato dal Golf Club San Michele in collaborazione con l’istituto di credito, sponsor della manifestazione. Il tee shot è previsto domenica 12 ottobre, con inizio alle 10, sui green del San Michele, tirati a lucido per l’occasione.

Il trofeo si svolgerà in gara Stableford su 18 buche con partecipazione aperta a tutti i giocatori d’Italia. Due le categorie: da 1 a 18 di handicap la prima, da 19 a 36 la seconda. Al torneo potranno partecipare, eccezionalmente, anche i principianti alla ricerca dell’handicap. Per questa categoria è previsto un premio speciale.

Il campo del Golf Club San Michele è un nove buche par 35 (il numero di colpi ideale per chiudere
il giro) di 2.564 metri. È un percorso insidioso, in grado di impegnare anche i giocatori più esperti. Le maggiori difficoltà alla buca uno, ristretta da una fila di cipressi a 150 metri dal green, alla tre, con colpo cieco dal tee sopraelevato, e alla otto, caratterizzata da un fuori limite continuo a destra.

La cerimonia di premiazione si terrà nel pomeriggio nella sala principale della Club house. Saranno premiati il primo classificato lordo (il giocatore, cioè, che completerà il percorso con meno colpi senza tener conto dell’handicap personale), il primo e il secondo netto di categoria, il primo Lady, il primo Seniors (giocatori over 50) e il primo Juniores (under 18). Ci saranno, poi, due premi speciali, il Nearest to the pin (ossia il tiro che finisce più vicino alla bandiera) e il Driving contest (drive più lungo). Alla cerimonia di premiazione parteciperanno i vertici del Banco di Napoli.

“La collaborazione con il Banco di Napoli – spiega il presidente del circolo San Michele Giorgio Petracca – è per noi una grande occasione per rilanciare ad altissimi livelli il golf in Calabria. Si tratta di uno sponsor che dimostra di aver ben presente quanto sia importante diffondere sul territorio il nostro sport”.

L’organizzazione del terzo “Trofeo Banco di Napoli” è una delle tante iniziative del circolo. Il Golf club San Michele, come tutti gli anni, ha avviato dopo l’estate un corso gratuito rivolto ai giovani che vogliono avvicinarsi a questo sport. Il corso è in programma tutte le domeniche e il martedì pomeriggio. Le lezioni sono tenute dal maestro federale Eugenio Grosso.


domenica 5 ottobre 2008

“L’orchidea Unicef per i bambini” al Golf Club San Michele


Nel primo fine settimana di ottobre, golf e solidarietà si sono rivelati un importante binomio. Anche il Golf Club San Michele di Cetraro – guidato da Mario Marra e dal presidente Giorgio Petracca – è stato protagonista della manifestazione “L’orchidea Unicef per i bambini”, che si è svolta in tutta Italia il 4 e 5 ottobre scorsi.


I volontari locali del Fondo delle Nazioni unite per l’infanzia, guidati da Tiziana Prezio, hanno organizzato nella giornata di domenica, nella sala principale della Golf house del circolo San Michele, un punto di distribuzione delle orchidee, a disposizione dei soci.


La raccolta fondi del 4 e 5 ottobre è stata un grande evento di sensibilizzazione che ha coinvolto migliaia di volontari presenti in oltre 1.200 piazze in tutta Italia.


I fondi raccolti con l’iniziativa “L’orchidea Unicef per i bambini” saranno destinati ai programmi di lotta alla mortalità materna e infantile in sei paesi dell’Africa centrale e occidentale. I programmi rientrano nella strategia accelerata per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’Infanzia che consiste in un pacchetto integrato di interventi applicato in modo estensivo sulla globalità di un dato territorio, anche nei villaggi più sperduti. Vaccinazioni, alimenti terapeutici, sali reidratanti, zanzariere, assistenza alla gravidanza e al parto oltre ad interventi di educazione sanitaria e nutrizionale sono gli elementi chiave del pacchetto.

Il Fiore di ogni dove. Cetraro tra le grandi capitali

di Marta Perrotta

Il nome di Cetraro accanto a quello delle grandi capitali d’Europa e del mondo. Un risultato ottenuto grazie al cinema d’animazione ma soprattutto grazie all’impegno del Laboratorio Losardo e del Festival de “Il fiore d’ogni dove” che, insieme al Premio “Simona Gesmundo”, sono riusciti a conquistare uno spazio importante all’interno della giornata mondiale del cinema. La rassegna, ideata da Gaetano Bencivinni e diretta dalla scrittrice Matilde Tortora, quest’anno giunge alla sua quarta edizione ed è già riuscita a fare della cittadina tirrenica un importante centro di confronto e di sperimentazione per questa nuova corrente della cinematografia, che da qualche anno ha superato le frontiere del cinema dedicato ai più piccoli per esplorare nuovi campi d’espressione. E il primo segnale dell’attenzione da parte degli esperti del settore, è arrivato con l’ultimo numero della rivista “Quaderni di Cinemasud” che dedica ben quattordici pagine all’iniziativa, includendola tra i festival più prestigiosi d’Italia. Già lo scorso anno la giuria del premio aveva avuto un presidente d’eccezione, Robert Kalman, membro dell’esecutivo dell’Unesco, che ha dato il patrocinio fin dal 2006, insieme all’Asifa (associazione mondiale dei corti di animazione), al Comune di Cetraro, alla Provincia di Cosenza e alla presidenza del Consiglio regionale. Ad aggiudicarsi i premi del 2007 erano stati la russa Irina Litmanovich e il regista tedesco Martin Rahmlow, cui il periodico ha dedicato ampio spazio.
Anche l’edizione 2008 promette livelli altissimi. Le pellicole in competizione sono arrivate da Spagna, Russia, Germania, Ungheria, Gran Bretagna, Israele e, per la prima volta, perfino dagli Stati Uniti. A guidare la giuria internazione sarà il regista Luigi Di Gianni ed è prevista la partecipazione dell’attrice Virginia Barrett e del regista Hoel Caouissin, uno dei massimi nomi in questo campo che, peraltro, riceverà il Cristo d’Argento per la sezione cinema – il premio conferito dal Laboratorio Losardo – e che per l’occasione ha dato il suo assenso per la proiezione di alcuni suoi lavori. La due giorni si svolgerà il 27 e 28 ottobre presso l’auditorium della Colonia San Benedetto e prevede un’intera mattinata – quella del 28 – dedicata alle scuole mentre la prima serata sarà dedicata alla consegna del premio per la sezione “Registi Calabresi”. È prevista anche la presentazione in anteprima mondiale di un volume collettaneo sul cinema d’animazione scritto da nove grandi registi tra cui Gianni Rondolino, Bruno Bozzetto, Mario Gelosa e Luciana Bordoni.( Gazzetta del Sud 5 ottobre 2008)

Il Fiore di ogni dove quarta edizione. Pronto il programma

di Gaetano Bencivinni

Definito il programma della rassegna internazionale del cinema ‘Il fiore di ogni dove’, che si svolgerà a Cetraro nella sala convegni della Colonia San Benedetto il 27 e 28 ottobre prossimi.
Cristo d’argento al regista francese Hoel Caouissin, riconoscimenti speciali a Robert Kalman, membro dell’esecutivo dell’UNESCO e al regista Luigi Di Gianni, presidente della giuria internazionale del premio Simona Gesmundo.
Per la sezione Comunicazione riconoscimento speciale alla giornalista RAI Gabriella D’Atri. Per la sezione Cinema riconoscimenti speciali all’attrice Virginia Barrett e all’artista ungherese Anna KISS. Per la sezione Giovani talenti sono previsti riconoscimenti per i registi calabresi Marco Infusino, Alessio Pasqua, Antonio Malfitano ed Antonio Antonuccio. Nel corso della due giorni saranno proiettati corti d’animazione italiani e stranieri che hanno partecipato al concorso Premio Simona Gesmundo.
Numerosi sono stati i corti stranieri in concorso a questa quarta edizione. Sono pervenuti corti dalla Russia, dall’Ungheria, dalla Spagna, dall’Inghilterra, da Israele e dagli USA.
Nell’ambito della due giorni saranno presentati il volume Arte in Riviera di Carlo Andreoli e Viaggi nell’animazione a cura di Matilde Tortora, direttore artistico della rassegna.
Nei prossimi giorni si dovrebbero conoscere i vincitori del Premio Simona Gesmudo di quest’anno.
Nelle edizioni precedenti sono stati premiati i registi Lucia Belli di Urbino, Massimo Carrier Ragazzi di Monza, la russa Irina Litmanovic ed il tedesco Martin Rahmlow.
All’iniziativa interverranno il sindaco di Cetraro Giuseppe Aieta e il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio, presidente onorario della rassegna.
L’evento è patrocinato dal Comune di Cetraro, dalla Provincia di Cosenza, dalla Presidenza del Consiglio regionale della Calabria, dal CCT UNESCO di Parigi e dall’ASIFA, associazione mondiale dei corti di animazione.
Fuori concorso sarà proiettato il medio metraggio ‘Calabria: terra di passaggio’ del regista Elio Gentile, prodotto dalla fondazione Calabria Film Commission.( Il Quotidiano 4 ottobre 2008)

martedì 23 settembre 2008

Il Fiore di ogni dove in Quaderni di CINEMASUD

di Gaetano Bencivinni

La prestigiosa rivista cinematografica Quaderni di Cinemasud dedica ben quattordici pagine alla rassegna ‘Il fiore di ogni dove’, che viene inclusa tra i festival più prestigiosi d’Italia.
«La II edizione della rassegna cinematografica “Il fiore di ogni dove”, scrive Diana Elena Tristano, ha portato il nome della cittadina tirrenica di Cetraro accanto a quello delle grandi capitali, grazie all’iniziativa di promozione di un prodotto dedicato ai piccoli e che oggi si sta accreditando come nuova forma d’espressione artistica: il disegno animato».
Ampio spazio viene dedicato ai vincitori del premio Simona Gesmundo Irina Litmanovich ed il regista tedesco Martin Rahmlow, intervistati da Francesca Villani, responsabile editoria e comunicazione del Laboratorio Losardo, che promuove e gestisce la rassegna di concerto con l’associazione Premio Simona Gesmundo di Napoli.
La rassegna è diretta dalla scrittrice Matilde Tortora. La terza edizione si è svolta lo scorso anno con la partecipazione di Robert Kalman, membro dell’esecutivo dell’UNESCO, che ha presieduto la giuria internazionale.
La IV edizione si svolgerà il 27 e 28 ottobre prossimi e si preannuncia altrettanto interessante con la partecipazione del regista Hoel Caouissin, dell’attrice Virginia Barrett e del regista Luigi Di Gianni, che quest’anno presiede la giuria internazionale.
La manifestazione si avvale del patrocinio del Comune di Cetraro, della Provincia di Cosenza, della Presidenza del Consiglio regionale, del CTC UNESCO di Parigi e dell’ASIFA, associazione mondiale dei corti di animazione.( Il Quotidiano 20.09.2008)

giovedì 18 settembre 2008

Il Cristo d'argento al regista Hoel Caoussin

Il Cristo d’argento sezione cinema sarà assegnato dal Laboratorio Losardo al regista francese Hoel Caouissin, autore di film di animazione.
La cerimonia di consegna avverrà nell’ambito della quarta edizione della rassegna internazionale del cinema Il Fiore di ogni dove Premio Simona Gesmundo corti di animazione, fissata per il 27 e il 28 ottobre prossimi a Cetraro.
Nei giorni scorsi si è insediata la giuria internazionale per l’assegnazione del Premio Simona Gesmundo, che quest’anno è presieduta dal regista Luigi Di Gianni.
I corti di animazione vincitori dovrebbero essere noti entro la fine di settembre.
Nelle edizioni precedenti il Premio Simona Gesmundo è stato consegnato tra gli altri alla disegnatrice di Urbino Lucia Belli, al regista di Monza Massimo Carrier Ragazzi e alla regista russa Irina Litmanovic.
Anche quest’anno la partecipazione al concorso Gesmundo è stata caratterizzata da una significativa partecipazione di corti di animazione stranieri.
Sono pervenuti corti dalla Russia, dall’Ungheria, dall’Inghilterra, dalla Spagna, da Israele e dagli Stati Uniti D’America.
La rassegna del cinema anche quest’anno ha il patrocinio della sezione cinema dell’Unesco di Parigi e dell’Asifa, associazione mondiale dei corti di animazione.
Il Cristo d’argento nell’edizione precedente è stato consegnato per la sezione cinema a Robert Kalman, membro dell’esecutivo dell’Unesco e al giornalista Rai Vincenzo Mollica.( Il Quotidiano 17.09.2008)

mercoledì 10 settembre 2008

Pentagono squarciato. 11 settembre 2001

di Gaetano Bencivinni

Le torri gemelle di Manhattan sbriciolate da proiettili umani. Il simbolo del potere mondiale s’infrange nelle diaboliche tresche di terroristi votati al suicidio. Il Pentagono squarciato mostra al mondo gli artigli spuntati. La disfatta dei servizi segreti americani è totale. La cintura di sicurezza elettronica ha fatto cilecca. L’America in ginocchio s’avvita nelle spire della vendetta e medita il guscio grigio dello scudo stellare.

Un nuovo conflitto distorce il corso della storia e minaccia il cammino della pace. Un nemico invisibile scava i confini dello scontro e pianta strali di fuoco sul dorso coriaceo della fortezza, che sinora ha deciso le sorti del mondo Un fanatismo inedito rivendica lo scettro e lancia la sfida alla civiltà occidentale. Il perimetro della morte si dilata nello spazio delle coscienze impaurite, che scrutano invano il miraggio di luccicanti certezze svanite nel nulla.

In questo scenario apocalittico l’orgoglio ferito dell’Occidente rischia di alimentare un nuovo razzismo mondiale.

Dittature oscurantiste, fanatismi e fondamentalismo non si abbattono con le armi nucleari o con le rappresaglie punitive ma con le bombe dell’informazione, con la globalizzazione dei diritti e delle conoscenze, con la consapevolezza che anche il muro che separa il Nord opulento dal Sud povero deve essere abbattuto.

Il Pentagono squarciato mette a nudo la fragilità di ogni protezione militare.La scorciatoia della violenza rafforza le dittature, alimenta fanatismi e fondamentalismi, crea nuovi mostri, prepara nuovi olocausti.

domenica 7 settembre 2008

La Cava, talento calabrese del golf


È stato il giovane talento Gabriele La Cava a rappresentare il Golf Club San Michele di Cetraro e tutto il Meridione d’Italia al secondo Italian championship under 16 che si è tenuto nei giorni scorsi sui green del Golf Club Le betulle di Biella, in Piemonte, considerato dalle riviste di settore il più bello d’Italia.

La Cava ha impressionato tutti, in particolare nel gioco lungo sui fairway, termine che in gergo golfistico indica la parte pulita del campo, quella che gli atleti cercano sempre di occupare per ottenere punteggi migliori.

La Cava ha chiuso i tre giri di 18 buche giocati nelle tre giornate della manifestazione con i punteggi di 87, 85 e 85, per un totale di 257. La gara è stata vinta dal sudafricano Thomas Porteous Haydn con 221. Per il giovane golfista calabrese, dunque, una prestazione davvero buona, con grandissimi margini di miglioramento soprattutto nel gioco sui green, ossia le zone di campo con erba rasata intorno alle buche (quelli di Biella si sono rivelati piuttosto veloci).

“Quella di Biella per Gabriele La Cava è stata una tre giorni entusiasmante”, spiega Mario Marra, delegato regionale calabrese della Federazione italiana golf. “Ha giocato davvero bene e si è distinto in un torneo che ha visto la partecipazione dei migliori giovani under 16 del mondo”.

La Cava si allena al Golf club San Michele con costanza. Una risorsa importante per il circolo guidato dal presidente Giorgio Petracca e da Mario Marra. I soci, soprattutto quelli nuovi, lo osservano con ammirazione scagliare le palline a distanze importanti con grande precisione. E, di tanto in tanto, con discrezione, gli chiedono qualche consiglio per migliorare il proprio gioco.

Molto soddisfatto di come si è svolto l’evento il presidente del sodalizio biellese Rodolfo Botto Poala: “È andato tutto al di là delle aspettative, anno dopo anno scorgo un interesse sempre crescente in questa manifestazione e poi è un piacere vedere questi ragazzi giocare”.

giovedì 21 agosto 2008

In Calabria golf gratis ad altissimi livelli



CETRARO (COSENZA) - Piccoli golfisti crescono. E lo fanno guidati da alcuni dei più importanti professionisti italiani. È iniziata lunedì scorso e si è chiusa giovedì 21 agosto la quarta edizione del Corso Fig Calabria organizzato dal Golf Club San Michele, guidato dal presidente Giorgio Petracca e dal delegato regionale della federazione italiana golf Mario Marra.


Quaranta ragazzi di età compresa tra i 5 e i 18 anni provenienti da tutta la Calabria e dalla Sicilia si sono alternati tra campo pratica, pitching green e putting green del campo cetrarese per tirare i primi colpi oppure migliorare il proprio gioco. A seguirli uno staff di maestri di prestigio, composto da Roberto Bernardini, grande campione degli anni Sessanta e Settanta, attualmente maestro del prestigioso Golf Club Acquasanta di Roma, Marco Bernardini, di recente vincitore del 69esimo Campionato nazionale open all’Argentario Golf Resort, Luca Bernardini, maestro del Golf Club Acquasanta, Gaetano Macciocchi, primo maestro del Golf Club Ferrara, Gianluca Crespi, responsabile della federazione italiana golf per le attività giovanili, e Giuseppe Marra, primo maestro del Golf Club le Madonie di Cefalù, in provincia di Palermo. Al corso ha partecipato anche la campionessa italiana under 12 Ludovica Farina.


La kermesse golfistica cetrarese, completamente gratuita, ha avuto un’appendice venerdì mattina con la gara giovanile valida per il ranking nazionale, seguita nel pomeriggio dalla ProAm, torneo finale aperto a tutti i ragazzi che hanno partecipato al corso. La formula prevede team composti da un professionista e tre dilettanti.


“Il golf – spiega Mario Marra, delegato regionale calabrese della Fig – è una disciplina sportiva molto indicata per i giovani. Li aiuta a sviluppare un rapporto positivo con l’ambiente circostante e permette loro di allenare la mente, oltre che il fisico. Il golf è uno sport fatto di tecnica e di resistenza, certo, ma anche di grande capacità di concentrazione e di autocontrollo. Aspetti fondamentali per la formazione dei più piccoli dentro e fuori dai green. Anche per questo abbiamo voluto dare ai giovani calabresi in particolare, ma anche agli ospiti siciliani, l’opportunità di essere seguiti gratuitamente da alcuni dei più importanti maestri di golf italiani. Per loro è stata un’occasione davvero unica”.


In questo lembo di Calabria tirrenica si viene per mille motivi. Per gli spettacolari tramonti rossi dietro la torre di Rienzo. Per passare in appena 10 minuti dalla battigia del mare di Lampetia al bordo del Lago dei due uomini, lassù in montagna. Per scoprire sapori forti. Ma in pochi sanno che si può venire anche per giocare a golf. Il campo del Club San Michele è un nove buche par 35 (il numero di colpi ideale per concludere il giro) lungo 2.564 metri, con tante insidie, in grado di impegnare anche i più bravi. “Da qualche anno – spiega ancora Marra – il golf è diventato un importante volano di crescita turistica per molti Paesi europei, ma anche africani. Spagna e Marocco, ad esempio, stanno costruendo attorno ai green una remunerativa industria turistica. In Calabria ancora non siamo ancora riusciti a comprendere appieno le potenzialità di questo sport che mette insieme vita all’aria aperta, attività fisica e qualità della vita”. Un monito, più che un invito, per la classe dirigente calabrese, politica ma non solo.


La stagione 2008 del Golf Club San Michele non finiscono qui. Il programma di iniziative e di eventi è ancora molto ricco. Il circolo è attivo dal 1982 e conta attualmente su 120 soci circa, di cui una trentina sono giovani e giovanissimi che pagano una quota simbolica.

mercoledì 20 agosto 2008

Inciampano su Ciampa

di Giorgio Franco

A Cetraro, terzo piano Palazzo del trono, ha esposto Marcello Ciampa, pittore di lungo corso, che ha utilizzato i colori e la tela per stabilire un contatto con la realtà che reclama con insofferenza sollecite risposte. Il tema delle nuove produzioni ha per titolo “il pentito” e la tela cui esso fa da riferimento troneggia nella parte centrale della mostra con un emblematico volto umano illuminato in una sola parte di esso da un fascio di luce che ne evidenzia mento, labbra, naso e guancia sinistra; un occhio solo vede e una parte della calotta cranica è avvolta in un informe cappuccio che deforma i lineamenti della persona e le linee del dipinto. Si pente chi vede solo una parte del tutto? E’ il “pentito” avvolto in una fascia che ne impedisce l’evidenziazione del creato? Rappresenta il quadro chi oramai ha visto ed inteso e vedrà ancora di più, mano a mano che il fascio di luce lo illuminerà?
Da questi interrogativi Ciampa passa a dare forma artistica ad una visione originale ed emozionante del vivere, e forse convivere con il creato.
Ogni tela ha un titolo: la scelta dell’artista è in linea con chi ha voluto indicare alle sue opere strade e percorsi interpretativi che ad una lettura immediata sarebbero sfuggiti: titolare le proprie creazioni significa per un artista offrir loro una vita che non si circoscriva all’immediato, ma aspira a varcare i limiti spazio-temporali. Il particolare che diventa emblematico di un intero progetto e ne enfatizza oltre che limitarne l’estensione, si nota in “jeans”, “ciotola”, “aquilone”, “lume di strada”, “tacco mortale”. L’artista parte da un elemento per allargare la contaminazione al tutto ed inserirla in quella ricerca d’assoluto che l’accoppiamento cromatico, la proporzionalità dei volumi, le ansie di risposta, gli impongono. Quando la tematica si indirizza sul soggetto umano, “la sposa”, “l’imperatrice”, “lo sposo”, “indifesa”, “marylin”, l’elemento antropologico diviene pre-testo per indagini ed esami che conducano attraverso la stratificazione delle forme mediante cubi-fasci di luce-accoppiamenti cromatici, ad un’identificazione inconsueta e straniante: le pallettes della sposa, la cravatta dello sposo, la parte superiore del viso di Marylin, il ventre ingravidato dell’indifesa, costituiscono elementi di avvio, cui seguono divagazioni, ammiccamenti, missaggi, che danno il segno del valore creativo di questo pittore non adeguatamente valorizzato del nostro territorio. Un settore altamente significativo della mostra raccoglie un’autoanalisi del pittore, consapevole che le armi di cui dispone e che gli servono per trascrivere la realtà, sono di legno, come al legno si è dedicata gran parte della sua produzione del recente passato; bello è quel filo di lana che non riesce ad assurgere a sagoma umana o quel “fiori di campo” che, sradicato dall’anonimato della sua esistenza, formalizza una bellezza virginale osannata da una coreografia di giallo, la quale, dosata con perizia e abilità dall’artista, riesce a garantire un’aria aurorale e mistica alla creatura femminile. C’è infine “bitume”, un’opera che sintetizza il lungo processo che ha portato l’artista all’allestimento della mostra: la lezione del Cubismo che ha utilizzato geometrie cromatiche triangolari per evidenziare le nuove prospettive dello sguardo cui ci ha abituato Picasso, la lezione di Dalì che ricorre alla convivenza inedita tra oggetti e loro periferie dilatate da cromatismi inesplorati. Non manca la carnalità delle icone religiose, che hanno restituito al sacro la sua vera dimensione terrena, desunta dai vangeli apocrifi e giunta a noi attraverso una lunga tradizione culturale che vede la Yourcenar accanto a Fo, entrambi premi Nobel : essa si collega ad un Cristianesimo umanistico che ha registrato nei secoli la presenza di grandi figure di intellettuali, insoddisfatte del diaframma frapposto dalle gerarchie secolari tra l’umano ed il divino, tra una Maria, come ci hanno spiegato i Mariologi, sull’orlo di una lapidazione per il suo ventre ingravidato ed una Maria eterea e celestiale, figura angelica che supera la sua terreneità, senza però negarla. Ciampa si è cimentato coraggiosamente con tale problematica, non dimentico della lezione del Caravaggio, che, per umanizzare le sue eroine, osannate e santificate da una Chiesa postridentina che le aveva, però, sradicate da un contesto di umanità sofferente e vitale, ne contornò lineamenti ed atteggiamenti copiandoli da modelle “plebee”. La mostra di Ciampa è un ulteriore tassello da incastonare nella ricerca cui l’artista si sta dedicando per scoprire ed evidenziare una realtà che non è facilmente decifrabile a causa della sua misteriosa complessità. E’ riuscito il pittore cetrarese a semplificare l’inestricabile? Lui ha lanciato una pietra nello stagno, ha abbozzato un sentiero, resta a chi legge-visita-fruisce, rispondere- argomentare-collegarsi. Se oggi ha senso creare-produrre-inventare scoprire, forse la via giusta è quella della provocazione innovativa. Perché altri raccolgano il testimone. Altrimenti è silenzio.( Calabria Ora 20 agosto 2008)

lunedì 18 agosto 2008

UN FUTURO RICCO DI DONI

Brevi riflessioni a margine del libro di Luigi Leporini “Non c’era una volta”
di Rosa Randazzo



La globalizzazione.Circolano liberamente merci e denaro, persone, progetti di vita, anime e cuori.
Il denaro circola sui fili del cyberspazio, un non luogo, arricchisce i pochi, impoverisce i più.
Le persone circolano liberamene sui luoghi e i luoghi perdono. Perdono i luoghi della loro terra, della loro città, del loro paese, del loro villaggio, della loro capanna, del loro grattacielo, dell’appartamento nel loro condominio…
I luoghi e i profumi dell’infanzia, che ti rimangono attaccati alla pelle per sempre e che rendono i luoghi riconoscibili, riconoscibili gli odori, riconoscibili i momenti di gioia e di dolore, i momenti feriali e quelli festivi, riconoscibile il mutare dei luoghi e delle persone, dei profumi e degli eventi.
Lo smarrimento del luogo, del genius loci di latina memoria, è lo smarrimento dell’uomo e della sua identità.
La globalizzazione non si può fermare, non si può dire ‘fermate il mondo voglio scendere’.
Bisogna neutralizzarla.
Chi ha smarrito i propri luoghi,deve cogliere, deve appropriarsi dei luoghi che lo accolgono,deve sentire lo spirito dei luoghi se non vuole perdersi, deve annodare i fili che legano l’uomo all’ambiente, agli odori, ai ricordi dei luoghi che l’accolgono. Deve rubarli. Deve divenire ladro, ladro dei luoghi, se non vuole smarrirsi.
L’ho letto tutto d’un fiato il libro di Luigi Leporini. Io, “forestiera” a Cetraro, l’ho accolto come un dono. L’autore mi ha offerto lo spirito dei luoghi attraverso pagine scritte con un linguaggio agile e piacevole, senza ricercatezze forzate.
Sono i luoghi che da più di 30 anni sono anche i miei e che non possiedo pienamente perché i miei luoghi, i luoghi della mia infanzia sono altrove. Sono altrove i luoghi che ti rimangono attaccati addosso come una seconda pelle.
E’ un diario avventuroso quello di Leporini, un diario nudo ma non distaccato di un passato che continua nel presente, di un tempo che altalena tra passato e presente.
Rappresentazioni frescamente epiche, confessioni sincere e talvolta demitizzanti di eventi, di istituzioni e di persone che Cetraro e il Leporini stesso, per certi versi hanno mitizzato.
Un passato non idealizzato, non un eden perduto in cui rifugiarsi e in cui arroccarsi ma un luogo della memoria da restituire al presente perché sull’ieri e sull’oggi si costruisca il futuro. Un futuro ricco di doni, è la speranza dell’autore, che non cade mai in maniera stucchevole nel rimpianto per il passato, ma che del passato coglie il bene ed il male, il bello ed il brutto.
Hanno preso vita davanti ai miei occhi figure ben delineate di uomini e donne, poveri e ricchi, padri di uomini e di donne che oggi ben conosciamo, figure di amici e colleghi fotografati dal punto di vista dell’autore ma che sono documenti di un’epoca, di un pezzo di storia di Cetraro, in un determinato momento della Storia.
Ed ecco che saporite e fresche rappresentazioni parlano di incontri proficui tra giovanetti ed adulti, di avventure giovanili, di insegnanti ammirati ma non idealizzati, anzi colti nelle loro debolezze, di oggetti quotidiani che sono parte della vita pulsante delle famiglie, non freddi oggetti estranei ed estranianti, simbolo dell'alienazione delle nostre case sempre più asettiche, sempre più isole, e di rapporti umani sempre più sfilacciati.

domenica 10 agosto 2008

Cinema in Riviera

Il 22 agosto alle ore 21.00 a Cetraro nei giardini di Palazzo Del Trono si svolgerà la quarta edizione del Festival dei corti Riviera dei Cedri.
Nel corso della serata, coordinata da Mirella Mannarino, saranno conferiti riconoscimenti speciali all’Istituto comprensivo di Castel Maggiore per il corto Vero coraggio, all’AIAS sezione di Cetraro e al regista Daniele Cribari per il mediometraggio Cosenza 228\2003, al regista Francesco Tricoli per il corto Il battito del perdono e al regista Daniele Maltese per il corto La nebbia.
Saranno proiettati in anteprima tre corti di animazione stranieri in concorso al Premio Simona Gesmundo, che si terrà il 25 ottobre a Cetraro.
Sono previsti gli interventi del sindaco di Cetraro Giuseppe Aieta, del presidente del Laboratorio Losardo Gaetano Bencivinni e dell’assessore provinciale di Cosenza Rachele Grosso Ciponte.

mercoledì 9 luglio 2008

Passi lievi di giganti al 51° Festival dei due Mondi di Spoleto

di Matilde Tortora

Passi lievi di giganti sul red carpet, che non è certo un tappeto rosso, ma un’intera città, la Spoleto della 51° Edizione del Festival, di nuovo divenuto da quest’anno dei due Mondi, Edizione opera del suo nuovo Direttore artistico e Presidente, il regista Giorgio Ferrara: è possibile, come ai suoi tempi d’oro, fare un tratto a piedi assieme a loro, quel tratto nelle stradine suggestive, il tempo occorrente a introdursi là dove si vedranno le loro opere mirabili, il meglio della cultura mondiale. L’opera da tre soldi, con la regia di Bob Wilson al Teatro Nuovo: un capolavoro, una trasposizione teatrale per immagini audaci del celeberrimo testo di Brecht, che accende di luci rotanti da luna-park e di chiaroscuri da cinema muto l’opera brechtiana, e rende in immagini icastiche eppure intensamente dinamiche il pensiero dell’autore, una per tutte, il protagonista che messo in gattabuia, aziona le sbarre percorse una per una da una luce come una ferita aggiunta a ferita, come fossero potenziali strumenti musicali, Mackie Messer mentre agogna la liberazione, suona con le gambe e le braccia le sbarre che lo imprigionano, tre ore di una luminosa geometria di immagini, i musicisti del Berliner Ensemble, uno spettacolo di una sensualità alla Pabst e da sperimentatore eccelso che tutto convoglia, ancora una volta, vaudeville, cabaret, cinema muto, arti figurative e la moderna virtualilità nel suo teatro totale.
Nel mentre alla Chiesa di S. Simone Luca Ronconi con le sue Lezioni, t’immette nel suo laboratorio creativo, ti fa toccare con mano quali sono o dovrebbero essere le immagini da cui far scaturire le parole per ciascun dei dodici giovani attori, che vanno a recitare parti da opere di Ibsen.
Il giorno innanzi l’attrice francese Judith Magre, nell’ Histoire d’hommes, si conferma al teatro Caio Melisso sempre più l’epigona d’oggi di Sarah Bernardt, in questo testo, scritto appositamente per lei dal drammaturgo Xavier Durringer, Ella vibra e risuona di parole che scolpiscono una serie di donne che sarà difficile dimenticare; molto belle anche gli altri testi drammaturgici Perthus di Jean-Marie Besset al Caio Melisso e La seconde surprise de l’amour, una rivisitazione modernissima del testo di Marivaux, di “come l’amore può nascere dall’incontro di due dolori”, strepitosi gli interpreti tutti, regia di Luc Bondy.
Della stessa bellissima pasta Valeria Bruni Tedeschi, ospite dell’articolato e ricco programma della sezione Cinema di questo Festival (diretta da Nicoletta Ercoli) che ha presentato domenica 6 luglio alla Sala Frau il suo recente film Actrices, di cui è regista, autrice e interprete, un film notevole.
È Alessandra Ferri che dirige la Sezione Danza del Festival, che ha portato qui balletti che definire la summa e il ghota della danza nel mondo, è del tutto veritiero:danzatori i migliori , coreagrafie dei grandi del balletto Antonio Gades, Maurice Bejart, Jerome Robbins, per Men Only. A mosaico of dances, il Teatro Romano ha ospitato anch’esso passi lievi di giganti, Luigi Bonino, Adrian Galia, Savion Glover, Bare Soundz, Laurent Hilaire, Manuel Legris, Gil Roman, Damian Woetzel, Alexander Zaitsev, mandando in delirio il numeroso pubblico che, nei giorni precedenti ha visto lì risuonare i canti persiani di Je t’aime de deux amour di Kudsi Erguner e il violino di Michael Galasso, tutto un mondo di suoni, immagini, parole, musiche, il meraviglioso portato in scena al Teatro Nuovo dall’opera - ballet Padmavati di Albert Roussel, che ha visto passare in scena, una messe di personaggi, canti, misteri di un Oriente del XIII sec. che Roussel “un uomo di mare anche compositore” come egli stesso amava definirsi, negli anni Venti traspose in musica, perfino un elefante e nel secondo atto una tigre hanno preso parte alla spettacolare messinscena.
Un tenero, arguto elefantino anche al Caio Melisso per L’Histoire de Babar di Francis Poulenc un’operina in musica punteggiata da oleogrammi e dalla narrazione fatta dall’attore Didier Sandre, nel mentre la musica diceva i passi di Babar l’elefantino che, privato della madre, si reca in città.
La serata Kyliàn, con Car-Men e Birth-Day al Chiostro di S. Nicolò, del coreografo Jiri Kyliàn ha costituito un altro evento di grande sperimentazione e nel contempo di grande poesia, stavolta i suoi passi e quelli dei suoi eccezionali cointerpreti sulla musica di Bizet in Car-Men in un film in bianco e nero e in Birth-Day sulla musica di Mozart, in una commistione di dal vero e in video, hanno scritto con la luce e con passi di danza inventivi e a tratti anche comici il racconto eterno della seduzione e la terribilità dell’essere stati chiamati alla vita.
Tantissimi altri gli eventi: introdotta quest’anno la sezione Idee curata da Ernesto Galli della Loggia, si è discusso di democrazie, di metamorfosi della violenza, del concetto di Patria, per quest’ultimo quattro scrittori due poeti e due prosatori si sono pronunciati, la poetessa Patrizia Cavalli nei suoi versi, ha detto della ricottina che le restituisce al contatto con il palato i pascoli di una terra che è anch’essa patria, riflettendo inoltre sulla matrice femminile di questo termine che molto spesso occulta il nodoso tronco attorcigliato del padre che è il vero origine di questo lemma su cui sarebbe bene tutti ci soffermassimo a riflettere.
Sicché un filo d’oro, di modernità, di tessitura di un’arazzo tra i più nuovi e importanti, è quello cui abbiamo assistito in questa prima settimana di questo Festival, che ha preso avvìo il 27 giugno e si conclude domenica 13 luglio e per il quale già è bello dire: io ci sono stata, tanto più che a tutti noi, presenti ma anche quelli che si dorranno di non esserci stati, questo Festival con la regia di Giorgio Ferrara, ha già saputo darci molti fecondi specchi in cui possiamo riflettere la nostra immagine e, magari, ritrarci irrobustiti nella nostra identità, istigati all’amore per il nuovo, il bello, il profondo e come nei WOOM Portraits la Mostra dei video-ritratti di Bob Wilson allestita al Palazzo Leti-Sensi, afferrare il doppio salto mortale delle fisionomie, delle posture, il più bel discorso, a nostro parere, sulle identità e la complessità del definirle da Aristotele a oggi.
Per cui rinnamorarsi di Spoleto e di questa Edizione opera del suo nuovo Direttore artistico e Presidente, il regista Giorgio Ferrara, che ha voluto e saputo, con sapienza autoriale e direi d’amore, approntare questa edizione del Rinascimento, è un tutt’uno, una renaissance che non solo prefigura un vivido futuro, ma ci coinvolge davvero tutti.

giovedì 3 luglio 2008

Progetto albatros. Volare alto

di Marta Perrotta

Raccordare tra loro le varie associazioni culturali presenti sul territorio, valorizzare i talenti, promuovere eventi culturali, curare l’immagine culturale della città. Sono questi i quattro obiettivi che il consiglio comunale di Cetraro ha affidato a una nuova figura istituita nel corso dell’ultima riunione, tenutasi lunedì pomeriggio. Si tratta del consulente per la promozione culturale, che il sindaco, Giuseppe Aieta, ha individuato nel presidente del Laboratorio Sperimentale “Giovanni Losardo”, Gaetano Bencivinni.
I primi eventi dovrebbero partire già da agosto, in maniera parallela e indipendente dal cartellone di eventi messo su dall’assessorato allo spettacolo, per poi proseguire nell’arco dell’intero anno. «Ho già in mente un progetto – ha affermato Bencivinni, entusiasta per l’incarico ricevuto che, peraltro, per sua scelta sarà completamente gratuito – L’ho chiamato “Albatros – volare alto”, un nome che vuole significare l’intenzione mia e dei miei collaboratori di fare di questa esperienza un’occasione per superare campanilismi e localismi e lavorare in nome del recupero del patrimonio storico-artistico di tutta la zona. Non immagino Cetraro come una città culturalmente chiusa ma, citando l’economista Jeremy Rifkin, direi che per la promozione culturale del nostro territorio occorre “pensare globalmente e agire localmente”. In questo senso ci collegheremo, tanto per fare qualche esempio, con la Riviera dei Cedri, con Guardia Piemontese per tutto ciò che riguarda la conoscenza della cultura occitana, con Paola per quanto concerne il patrimonio legato alla figura di San Francesco e alla storia del santuario. Questi obiettivi saranno perseguiti con la collaborazione di una commissione che costituiremo e che si avvarrà di competenze diversificate e integrate. Insieme vogliamo abbattere i confini tra le discipline e dare vita a un vero e proprio rinascimento culturale che avrà come epicentro Palazzo del Trono e i suoi giardini». Per Bencivinni, Palazzo del Trono «deve diventare una galleria d’arte» mentre l’anfiteatro «deve essere immediatamente ripristinato».
In cantiere ci sono già le iniziative classiche del Laboratorio, che negli anni si sono guadagnate patrocini importanti, come il Festival dei Corti, sponsorizzato dall’Unesco e inserita nella giornata mondiale del cinema. «Cinema e teatro – ha affermato il presidente del Laboratorio Losardo – avranno una posizione di centralità. Ma sto già pensando anche a eventi musicali e alla promozione di libri». Già il prossimo 22 agosto, salvo inconvenienti, i giardini di Palazzo del Trono potrebbero ospitare la presentazione del volume di Carlo Andreoli, “Arte in Riviera”, un lavoro corredato da 250 foto a colori che, come ha scritto Bencivinni nella prefazione al volume, «offre un mosaico raffinato, una guida turistica di qualità, un vademecum prezioso per vacanzieri e per residenti distratti».( Gazzetta del Sud 3 luglio 2008)

lunedì 30 giugno 2008

Oggetti d’arte nelle chiese del Tirreno Cosentino

di Carlo Andreoli


A conclusione di questi nostri appuntamenti, vorrei affrontare oggi un argomento che completa il panorama dei beni d’arte del Tirreno Cosentino sotto un aspetto marginale ma pur sempre interessante: ed è quello degli oggetti d’arte presenti, a vario titolo, nelle nostre chiese.
Ad Aieta, per esempio, nella Chiesa di S. Maria della Visitazione, tra tante opere d’arte di valore, si trova un tabernacolo marmoreo d’arte toscana del ‘500 che, nelle sue ridotte dimensioni, rivela il gusto della prospettiva e del decoro plastico che fu proprio di quei tempi della Rinascenza. E ad Orsomarso, nella Chiesa del Salvatore, si conserva un piatto in rame d’arte tedesca del ‘400 che, recando sopra il fondo un’incisione di “S. Giorgio che uccide il drago”, ne fa un cimelio alquanto raro. Un complemento d’arte tipico di molte chiese antiche sono poi le sepolture. Ed a S. Maria dei Fiori di Cirella, ne abbiamo un saggio interessante nei monumenti funerari della famiglia ducale Catalano Gonzaga. Mentre, a Diamante, nella Chiesa dell’Immacolata, si presenta di pregevole fattura un capitello, che sorregge il fonte del battesimo, che è un lavoro secentesco derivante dalla chiesa antica di S. Nicola. Una sezione ricca del patrimonio delle chiese è data spesso dagli arredi sacri che, tra argenti ori e tessuti, formano un aspetto assai notevole del panorama d’arte e del gusto concorrente. La Chiesa di S. Benedetto di Cetraro dispone, in questo campo, d’una serie d’oggetti, appartenenti al ‘tesoro’ parrocchiale, che si mostrano preziosi e raffinati. Basti citare un bastone pastorale, in oro e pietre verdi, finemenente decorato; una pisside con ghirlanda di rubini ovvero, tra i tessuti, una pianeta damascata in filigrana d’oro che forma tralci e pampini di vite. Un pezzo d’arte d’assoluta eleganza fa parte pure del corredo della Chiesa del Rifugio d’Acquappesa. Si tratta d’un ostensorio a raggera che ha, nel nodo, un pellicano che si squarcia il petto per nutrire i propri figli: simbolo mistico del sacrificio di Cristo per la redenzione dell’umanità dal peccato originale. Un tipo di devozione popolare assai diffuso è poi quello degli ex-voto che prende spesso forme d’un’arte genuina e delicata. Come accade nella Chiesa del Suffragio a Fuscaldo, dove una serie di ricami ottocenteschi propone temi biblici con candida invenzione, formando prova suggestiva d’un’arte tutta domestica. Il sacramento della Penitenza trova nella confessione il suo momento culminante. E la confessione s’esercitava un tempo in discreti vani lignei che raggiungevano talora dignitosa forma d’arte. Nella Chiesa dell’Immacolata di Paola è, ad esempio, un confessionale con intarsi del ‘700 che dispone d’un accogliente vano anche per il penitente. Mentre, sempre a Paola, un esempio unico di portale ottocentesco è quello messo in opera da Carlo Palmiero per la Chiesa di S. Giacomo: ricco d’intagli dalle forme generose che si discostano dalla tipologia corrente per formare un disegno corposo e originale. E una raccolta vera e propria d’oggetti arte per la chiesa, di buona qualità, la ritroviamo infine nella Chiesa di S. Leonardo a S. Lucido; che, essendo di proprietà d’una famiglia d’antiquari, forma una collezione raffinata di quadri d’ogni epoca, mobili e sculture.
Quanto basta per dire che le vie dell’arte non sono solo quelle delle opere maggiori e più evidenti; riuscendo l’arte a penetrare ovunque sia un artista o un artigiano che si proponga il dilettevole, oltre che l’utile.



Radio1One
(Venerdì 27 Giugno 2008)

giovedì 26 giugno 2008

Palazzi e dimore signorili del Tirreno Cosentino

di Carlo Andreoli


Palazzi e dimore signorili sono presenti sul Tirreno Cosentino in grande numero ed offrono un repertorio interessante del modo in cui il ceto dominante ha espresso, nel tempo, il proprio ruolo per il tramite proprio dell’architettura.
Ad Aieta, troviamo un alto esempio di questa tipica espressione nel Palazzo Feudale che, ampliato, sulla metà del ‘500, dai Martirano sui modi di quell’arte toscana ch’era giunta fino a Napoli, declina il proprio stile nell’elegante loggia che ombreggia la facciata; cui s’aggiunsero poi nel ‘700 altri ambienti dovuti ai Cosentino e agli Spinelli. E proprio agli Spinelli si deve ancora la sagoma massiccia del Palazzo dei Principi a Scalea che, costruito anch’esso sopra un edificio preesistente della Famiglia Romano, di cui restano tracce interessanti d’arte medievale, presenta sale affrescate che videro, tra l’altro, la presenza di personaggi illustri come il Caloprese e Pietro Metastasio. Il Palazzo del Lago, che si trova nelle adiacenze di Buonvicino, s’impone invece per il suo squadrato impianto, disteso sopra un’area di circa 1.500 metri quadri, in cui trovano luogo file di granai, saloni al piano nobile e terrazzi che ne fecero, nel primo ‘700, sontuosa dimora della Famiglia Cavalcanti. Mentre un tipo singolare d’edilizia signorile rivierasca è ben rappresentato dalla Villa Giunti a Sangineto, discreta ed elegante, che s’annuncia nella loggia a tre arcate preceduta da una doppia scalea. La sorte del Palazzo del Capo a Bonifati fu invece molto più complessa: da luogo di stanza dei soldati, al tempo dei Normanni, divenne residenza estiva dei Principi Telesio e Carafa; per acquistare, nell’800, coi De Aloe le forme attuali che ne fanno un albergo esclusivo e raffinato. Nel centro urbano di Cetraro, attorno alla Chiesa Madre di S. Benedetto, si profila, invece, una cortina di palazzi signorili che segnò, sull’antico Corso Umberto, l’ampliamento ottocentesco del paese. Bello, tra tutti, il Palazzo Giordanelli che si proietta all’esterno in un plastico bow-window piuttosto raro dalle nostre parti. Ma un vero campionario di dimore signorili, tra i paesi della costa, ci è dato da Fuscaldo; dove intere squadre di maestri scalpellini, profittando del tufo locale, si sbizzarrirono a lungo nell’esecuzione di portali, logge e balconi commissionati dall’aristocrazia locale. Fra tanti esempi, distinguiamo allora il Palazzo Plastina, che s’adorna d’un aereo loggiato che s’allunga sul prospetto, ed il Palazzo dei Valenza ricco d’un cortile con scalone d’elegante disegno. Ed una rassegna esemplare di palazzi barocchi, che s’affacciano sulle vie del centro storico con balconi panciuti e e ringhiere decorate, la si riscontra a Paola; come indica l’esempio del palazzo che s’affaccia sopra Piazza del Popolo, di suggestivo effetto architettonico. Nella prossima S. Lucido, sono invece tipi di dimore ottocentesche, che emergono dal fondo di giardini con palmizi, com’è il caso di Palazzo Zagarese, ovvero d’edifici che s’intarsiano eleganti nel tessuto urbano, come il Palazzo Iorio. Mentre un caso originale di dimora signorile della Rinascenza, che s’apprezza soprattutto nella corte a logge sovrapposte, la ritroviamo a Fiumefreddo Bruzio, nel Palazzo Pignatelli. Cui fa da controcanto, sulla costa, un esempio di residenza estiva, nel Casino dei Gaudiosi, fregiato in sommità d’una fine merlatura a gigli traforati.
Un campionario d’edilizia che mostra, in fin dei conti, come l’architettura abbia raggiunto qui da noi un’espressione originale anche nel campo delle dimore signorili; conseguendo un risultato di notevole valore.


Radio1One
(Venerdì 20 Giugno 2008)

giovedì 19 giugno 2008

Arte in riviera

di Gaetano Bencivinni

Girovagare tra le bellezze artistiche della Riviera dei cedri. Scoprire il significato di luoghi, corrosi dal tarlo del tempo. Ascoltare i colori di tele, sfiorate dal magico suono di organi antichi. Tessere il senso di storie locali e di ataviche memorie, racchiuse nello scrigno dell’Arte in riviera.
L’architetto cetrarese Carlo Andreoli, studioso di arte locale, si aggira con la lanterna dell’appassionato ricercatore tra vicoli e sentieri di piccoli paesi del Tirreno cosentino ed illumina il patrimonio culturale, custodito nelle chiese, nei castelli, nelle torri, nei palazzi, nelle piazze, nei centri storici.
Paesi che si specchiano sul mare e s’aggrappano ai monti. Patrimonio artistico di pregio, spesso però ignorato persino dai residenti.
Storie di incontri fortuiti e fecondi di artisti e di scrittori con la terra dei cedri, baciata dal sole e dall’arte.
Una striscia serpentina che collega il Museo archeologico di Tortora con il centro storico di Fiume Freddo. Il Palazzo rinascimentale di Aieta con il Santuario di Paola, i Murales di Diamante con le chiese di Cetraro.
Una striscia di parchi, di fiumi, di leggende, di briganti, di culture e di linguaggi, che bisbigliano il palpito dell’Arte in riviera.
Andreoli ci offre un mosaico raffinato, una guida turistica di qualità, un vademecum prezioso per vacanzieri e per residenti distratti.
Un marketing culturale di prim’ordine, che punta i riflettori sui profumi di cedriere, che sussurrano il senso di messaggi segreti.
Abbiamo, ma non sappiamo.
Andreoli ci fornisce la chiave di accesso per scivolare leggeri sul tappeto dorato dell’Arte in riviera.

lunedì 16 giugno 2008

Viaggio nel mondo dei colori

di Daniela Ulacco
“…come mi venivano in mente le idee per i miei dipinti? Tornavo tardi la sera nel mio atelier e andavo a letto, a volte senza aver mangiato nulla. Vedevo cose e le annotavo sul mio taccuino.
Mi apparivano visioni sul soffitto.”

Entrando nei padiglioni della scuola materna “Andrea Torre”, si viene immediatamente colpiti dai magnifici lavori fatti dai bambini, alcuni dei quali fanno riferimento a grandi artisti del passato quali Renoir, Van Gogh, Mirò, Kandinsky e Klimt, ma soprattutto dalla varietà delle tecniche utilizzate.
Subito attirano l’attenzione quattro libricini, uno per ogni stagione, in cui sono raccolti i lavori di ogni singolo bambino. Ognuno di loro ha rappresentato l’estate, la primavera, l’autunno e l’inverno in modo molto personale, utilizzando i colori primari e secondari. Molto bello anche un cartellone di un albero rappresentato con la tecnica utilizzata dai puntinisti.
Non passano inosservate delle bottiglie contenenti acqua colorata, una diversa dall’altra; in realtà l’acqua vuole rappresentare un mondo di colore e ad ogni colore è stato dato un nome. Ad esempio verde fratello, arancio arancione.
Proseguendo e alzando un po’ lo sguardo si passa proprio sotto a dei veri e propri quadri di colore: ogni bambino ha trovato un nuovo colore da “ingabbiare su fogli plastificati” i quali sono diventati, come per magia, dei piccoli quadri.
Interessante anche il “tributo al quadrato”: si tratta di quattro quadrati colorati con diverse tonalità di giallo e disegnati uno sopra l’altro. La particolarità sta nell’illusione ottica tridimensionale che, facendo perdere al quadrato la sua rigidità e spigolosità, gli attribuisce, invece, una grande leggerezza.
Bellissimi anche i lavori sul Blu di Mirò e sull’azzurro cielo e l’oro nell’azzurro.
Interessante anche l’angolo dedicato all’arte, al cibo e alle culture diverse. Partendo dal libro “La terra raccontata ai ragazzi”, le maestre hanno mostrato ai loro alunni immagini di diversi Paesi che ispirano “visioni di paesaggi inconsueti, tappeti d’erba o d’acqua, macchie di colore, come quadri d’artista”.

“La proposta di questo progetto – si legge in una nota – intende lavorare sulla stimolazione della creatività personale attraverso sperimentazioni di regole e tecniche del linguaggio visivo, assumendo a nucleo tematico il colore come veicolo di un percorso sull’intercultura, inserito in un contesto più articolato di ipotesi e varianti. Il ciclo dei laboratori si propone da una parte di sensibilizzare la mente a un diverso modo di procedere, dall’altra di privilegiare il processo rispetto al risultato, per sviluppare un metodo di lavoro basato sul gioco e il fare; in questo senso il percorso didattico vuole stimolare una capacità operativa sulla materia gettando, così, qualche chiave per una grammatica visiva e portando avanti parallelamente la tematica della multiculturalità, sviluppando un discorso sul colore, anche come metafora dell’incontro, conoscenza e scambio tra popoli e culture diverse, partendo dalle diversità di ogni bambino”.

È stato come entrare in un mondo fantastico, irreale…è stato come viaggiare leggera, lasciandomi guidare soltanto dai colori, dalle sensazioni e dalla vivacità di quello che mi circondava. Le voci dei bambini di sottofondo mi hanno accompagnata durante il mio breve ma intenso viaggio nel colore.

“Il tema interculturale viene proposto – si continua a leggere nel progetto presentato dalle maestre – partendo dal tema dell’identità e diversità come approccio al mondo e alle cose usuali e comuni, che possa portare in seguito alla formazione di una propria visione del mondo. Così oggetti, elementi naturali, colori,animali, volti, esperienze acquistano la dimensione di metafora dell’incontro e dello scambio, della conoscenza e del rispetto delle differenze veicolati da un filo rosso che corre sotterraneo ma sempre presente a collegare tutti gli incontri: il colore e la narrazione di storie che parlando di identità, conoscenza, valore della differenza, incontro”.

Un piccolo viaggio che vale la pena fare per ritrovare la semplicità e per riabituare i nostri occhi e il nostro animo alla bellezza dei colori che ci circonda e che troppo spesso tendono solo al bianco o al nero.

domenica 15 giugno 2008

Maestri napoletani del ‘700 nel Tirreno Cosentino

di Carlo Andreoli


Nel panorama variegato dei beni d’arte del Tirreno Cosentino è dato circoscrivere anche una serie di lavori di maestri napoletani del ‘700 che si richiamano alla migliore tradizione del barocco.
A Scalea, nella Chiesa di S. Maria d’Episcopio, è, ad esempio, una tela della “Circoncisione di Nostro Signore” che viene attribuita in genere a Paolo de Matteis: uno dei massimi talenti della Pittura Napoletana della fine del ‘600 che, proseguendo l’esperienza di Luca Giordano, precorre le atmosfere rarefatte del barocco in una chiave di fantasioso classicismo: come evidenzia il suo dipinto dell’Allegoria delle Arti conservato nel Getty Museum di Los Angeles. E seguace di Paolo de Matteis, oltre che suo cognato, fu pure Giovan Battista Lama; di cui abbiamo a Belvedere, nella Chiesa di S. Maria del Popolo, una tela della “Visitazione della Vergine” che vale chiaro esempio della sua arte soave e raffinata che attinge nel pastoso chiaroscuro un delicato gusto classicheggiante. Unico lascito in Calabria, oltretutto, di questo prezioso artista. Così come unico risulta ancora un intero ciclo di pitture, già tutte consegnate all’aura del barocco, di Jacopo Cestaro nella Chiesa dell’Immacolata di Fuscaldo: una serie deliziosa di cinque ovali ad olio, dedicati al tema della “Vita della Vergine”, che, eseguiti intorno al 1735, riassumono quel clima di revisione dei soggetti sacri alla luce del nascente razionalismo europeo. Una pittura, quella del Cestaro, che fa della purezza una risorsa innovativa; ed una “Santa Rosa” della Collezione Thyssen di Madrid ne mostra uno degli esiti migliori. Un pittore, invece, forte e immaginoso, che opera già nella seconda parte del ‘700, lasciando in Napoli, nel soffitto del Salone di Capodimonte, uno straordinario affresco dell’ “Apoteosi di Re Ferdinando e Carolina” fu Pietro Bardellino. E di lui abbiamo qui in Calabria, oltre a due recenti acquisizioni della Collezione Carime di Cosenza, un dipinto, nella Raccolta d’Arte del Santuario di Paola, che raffigura “S. Giovanni Nepomuceno”. Un’opera, come osserva il Direttore dei Musei Vaticani Pietro Amato, che ha un tocco delizioso e raffinato, ricco d’un cromatismo fresco, in cui affiora la rarefatta trasparenza d’un valido maestro come Corrado Giaquinto. Spostandoci più a sud, a Fiumefreddo Bruzio, incontriamo quindi tre artisti che chiudono in bellezza questa panoramica. Nella Chiesa di S. Chiara troviamo forse l’opera più bella ed importante del barocco napoletano sul Tirreno Cosentino: ed è la tela di “S. Nicola che salva il fanciullo coppiere” di Francesco Solimena: il caposcuola della nuova arte che dettò i canoni del barocco in tutte le corti d’Europa. Un dipinto, smagliante di colori, che libra le figure nel tipico volteggio turbinoso che denota i lavori del maestro: come accade nel “Massacro dei Giustiniani a Scio” del Museo di Capodimonte a Napoli. E d’un suo allievo di grandi qualità, come Francesco De Mura, che volse l’arte del maestro verso un maggiore equilibrio di forme, troviamo testimonianza nella Chiesa dell’Immacolata di Fiumefreddo Bruzio. Mentre, di nuovo nella Chiesa di S. Chiara, abbiamo un esempio ancora d’un artista raro del primo ‘700, Giuseppe Castellano, che riprende le maniere di Luca Giordano in un composto e morbido dipinto della “Madonna col Bambino e quattro santi”.
Un breve viaggio nella Pittura del Barocco Napoletano che abbiamo però l’agio di compiere qui da noi, nelle nostre chiese: basta solo andare in giro, armati di tenacia e di buona volontà, per conoscere infine quel che abbiamo ed ancora non sappiamo.

Radio1One
(Venerdì 13 Giugno 2008)

giovedì 12 giugno 2008

Uomini di Fede del Tirreno Cosentino

di Carlo Andreoli

Nei primi secoli dell’era cristiana, la Calabria divenne un caposaldo dell’evangelizzazione; e basterebbe a dimostrarlo il numero cospicuo di diocesi che presto si formarono. Nel seguito, questa radice cristiana tenne sempre più a rinvigorirsi; e fitta è la schiera degli uomini di chiesa che la Calabria maturò nel tempo, molti dei quali giunti proprio dal Tirreno Cosentino.
Intorno all’anno 1000, accanto a guide carismatiche della chiesa basiliana, come Nilo da Rossano, che allora frequentarono l’Eparchia del Mercurion, primeggia S. Ciriaco da Buonvicino. Nato nel villaggio di Trepidone, egli condusse prima una vita d’anacoreta. Ma presto divenne egumeno dell’Eparchia del Mercurion, prestando il sacerdozio nel Monastero di S. Maria dei Padri a Buonvicino; e la sua fama di santità si sparse ovunque. Fin che fu chiamato dall’Imperatore d’Oriente Michele IV il Paflagone per sanare sua figlia d’una grave malattia. Onorato da tutti, Ciriaco si spense circa l’anno 1030 e fu sepolto dentro la sua chiesa. Tra i primi seguaci di S. Francesco d’Assisi fu, invece, S. Daniele Fasanella, nato a Belvedere intorno al 1200. Divenuto Provinciale dell’Ordine dei Minori Francescani, assieme ad altri confratelli si spinse nel 1227 fino ai lidi del Marocco, per convertire alla fede cristiana i musulmani. Ma lì i Sette Martiri, come furono poi chiamati, subirono l’eccidio e furono sepolti a Ceuta. Di S. Francesco da Paola, vissuto lungo tutto il ‘400, è ben nota la vicenda personale che ne ha fatto una delle figure più eminenti della santità cristiana. Fondatore dell’Ordine dei Minimi, diffuso in tutta Europa, e taumaturgo di riconosciuta fama, trascorse l’ultima parte di sua vita in Francia, presso Tours, dove fu chiamato da Re Luigi XI. Il motto del suo Ordine, Carità, racchiude già il principio del suo insegnamento: vivere la fede compiendo opere di bene, per essere grati a Dio ed utili al nostro prossimo. Ma, oltre che di santi, la Chiesa si compone soprattutto d’uomini di fede che a varia titolo ne formano l’esempio militante. Così, nel secondo ‘500, visse a Cetraro Frate Albenzio de’ Rossi che, dopo una vita d’eremita in Calabria, fondò a Roma, presso Porta Angelica, un ospedale per i pellegrini che diede poi ricovero, fino all’800, a migliaia di diseredati. E di cui resta oggi memoria nella chiesa romana di S. Maria delle Grazie al Trionfale. Mentre, nella seconda parte del ‘600, visse il Beato Nicola Saggio da Longobardi che, figlio di contadini, divenne oblato professo dell’Ordine dei Minimi; acquistando fama in Roma, presso il Convento di S. Francesco di Paola ai Monti, di benefattore e mistico. Tanto che il Superiore, per moderare gli eccessi della sua popolarità, fu costretto a rimandarlo in Calabria; dove fu portinaio nel Santuario di Paola. A cavallo tra ‘600 e ‘700, sta invece Giuseppe Maria Perrimezzi, di Paola, che unì sempre al suo magistero di vescovo una spiccata propensione per la cultura sacra; il cui frutto furono libri di rara eleganza e l’istituzione, nel Vescovado d’Oppido, d’un’Accademia di Lettere le cui dissertazioni egli raccolse nei volumi “Delle decisioni accademiche”. Nel panorama variegato dell’Ottocento, emergono infine due figure singolari, provenienti entrambe da Fuscaldo. Il padre domenicano Girolamo Gigli non solo fu teologo di chiara fama che resse pure lo Studio di Bologna promuovendo l’armonia di teologia e filosofia, quanto passò agli onori della cronaca per essere stato colui che assolse il filosofo Rosmini dall’accusa d’eresia. Mentre padre Francesco Maria Vaccari fu partecipe, a fianco di S. Vincenzo Pallotti, dell’istituzione a Roma dell’Ordine dei Padri Pallottini: un ordine moderno che si propose d’innovare l’impegno della Chiesa nella società.
Mancano ancora molti a questo elenco sommario; ma già basta a capire il contributo che la nostra terra ha dato, nel tempo, alla Chiesa: un contributo solido e continuo di fede ed operosità.


Radio1One
(Venerdì 6 Giugno 2008)

martedì 10 giugno 2008

Nel territorio d’Acquappesa

di Carlo Andreoli


Dalla strada costiera del Tirreno Cosentino l’abitato d’Acquappesa è a portata di mano. Basta prendere lo svincolo e risalire due tornanti; per ritrovarsi già alle soglie dell’antico borgo che conserva il nome vecchio di Casale. Sulla destra del corso cittadino si fa notare subito un palazzo dal fronte pretenzioso che ha uno stile vago di liberty italiano. E’ la sede del Centro Filosofico Karl Apel: intitolato al grande filosofo tedesco che vi è stato ospite più volte ed a cui è dedicato un premio di studi filosofici. Nell’interno una vasta biblioteca, ritratti di filosofi ed una lapide muraria che ricorda come già in passato quella sala sia stata luogo di studi e apprendimento. Subito dopo s’incontra l’edificio, da poco restaurato, della Libera Università Popolare: un’associazione culturale che organizza vari eventi; fra cui un premio nazionale di pittura dedicato a Nicola Carrozzino: per molti anni sindaco, maestro e giornalista. Per salire verso l’alto, si passa poi nel cuore d’una piazza moderna in piloni d’acciaio, dove gruppi di ragazzi si danno appuntamento. Piazza che risulta essere come l’unico lavoro calabrese di Massimiliano Fuksas: nome di punta dell’architettura europea. Sulla piattaforma sovrastante si gode un panorama superbo della costa tirrenica; mentre una cortina d’edifici, tra cui un palazzotto con decorazioni art-nouveau, racchiude lo spazio circostante d’una quinta pittoresca. Incamminandosi per la via di mezzo che taglia l’abitato, s’affrontano case quiete con balconi, scalinate e sottopassi; e qualche edificio antico, come il Palazzo Gentile, che si fregia d’un bel portale a conci di diamante. Fino a giungere alla Chiesa del Rifugio che balza le sue torri campanarie ai lati d’un prospetto aperto e chiaro in cui s’apre un portale barocco sormontato da una lapide che ne rammemora il restauro. Nell’interno, l’occhio è attirato in fondo da uno stupendo coro, in legno di noce filettato d’oro, che circonda di morbido riflesso il presbiterio: opera dei Lattaro di Fuscaldo. Mentre, con bizzara soluzione, un confessionale snello porta in sommità un pulpito elegante con riquadri d’oro: lavoro di Luigi Ruffo del 1879. Bella pure la cantoria, dal profilo bombato sorvegliato da angeli ridenti, che conserva nel suo mezzo un organo positivo a tre scomparti. Proseguendo per la strada del paese, tra orti e case abbandonate che sanno di passato, si giunge sui tornanti a serpentina della statale vecchia; che mostra come l’ingegneria d’un tempo sapesse farsi arte. Per arrivare, quindi, a Intavolata: vittima, invece, dell’ingegneria moderna che ha tagliato in due un abitato dove vivono oggi poche anime attorno alla Chiesa di Santa Teresa: lavoro compito e lindo di Luigi Consale, del 1855. Patria di Luigi De Seta, che fu uomo di governo nell’Italia di Giolitti, Intavolata conserva in malo modo il vasto e interessante palazzo dei De Seta e poco fa per onorare la memoria di Cesare Baccelli, valido scultore che vi trascorse anni di feconda attività. Varcata la galleria del Palmentello, s’apre lo scenario marinaro dello Scoglio della Regina, quasi un’icona di questo tratto di riviera; che immette, nell’interno, nel complesso delle Terme Luigiane di così remota origine d’esser citate pure in una lettera di S. Francesco di Paola. Viali alberati, alberghi, ristoranti e caffè fanno di questo luogo un centro estivo d’accoglienza privilegiato; cui s’unisce il fascino d’un’architettura démodé, riscontrabile nello stile funzionale delle Terme Vecchie o nel quartiere delizioso dei Villini Belvedere. E mentre l’Acquaiola di Giuseppe Rito continua a versare acqua dal suo orcio nella fontana di piazza, un senso di frescura ci rimane anche negli occhi e nelle orecchie: che è forse la promessa d’un ritorno.


Radio1One
(Venerdì 30 Maggio 2008)

lunedì 26 maggio 2008

Premio Losardo Laboratorio 2003. La bellezza della legalità

di Marta Perrotta

Hanno storie diverse, strutture diverse, perfino nomi diversi. Ma un unico obiettivo: quello di trasmettere in positivo alle nuove generazioni l’esempio di Giannino Losardo, l’assessore comunista ucciso dalla mafia nel 1980. Quest’anno, per la prima volta nella storia cittadina, Cetraro ricorderà per ben due volte la figura di quell’uomo caduto a causa della sua inflessibilità di fronte alla prepotenza della malavita organizzata, con due distinte rassegne a premi che si richiamano esplicitamente alla sua memoria. La prima, che si terrà a Diamante il 29 maggio, è stata curata dal Laboratorio Sperimentale “Giovanni Losardo”; la seconda, che costituisce un atteso ritorno, è organizzata dal consiglio comunale cetrarese, che riprende dopo nove anni di black-out una tradizione inaugurata nel 1984 e interrotta nel 1999, dopo sette edizioni.
«In una zona arretrata come la nostra, le iniziative in memoria di Giannino Losardo sono sempre poche - ha commentato Gaetano Bencivinni, presidente del Laboratorio e artefice del premio “Losardo Laboratorio 2003” - Il nostro obiettivo è quello di trasmettere alle nuove generazioni il gusto per la bellezza della legalità. Le nostre iniziative sono volte a valorizzare il patrimonio culturale legato alla figura di Losardo. E naturalmente condividiamo tutto ciò che si inserisce in questo solco». La sua associazione, che ha una struttura territoriale che si estende da Diamante a Paola, fin dalla fondazione, avvenuta nel 2003, ha curato corsi di giornalismo, teatro, cinema, iniziative che hanno coinvolto ogni anno decine di giovani. Nell’ambito di questo lavoro, tanto per ricordarne una, il Laborario dato vita alla rassegna cinematografica “I Fiori d’ogni dove”, inserito nella giornata mondiale del cinema.
Bencivinni ci tiene a sottolineare la diversità e l’indipendenza dei premi che si svolgeranno quest’anno anche se, ha affermato «abbiamo messo a disposizione della commissione consiliare le nostre energie e la nostra esperienza per la migliore riuscita di quello che è un patrimonio storico di tutta la città, e il presidente del consiglio comunale Rudy Angilica, ce ne ha dato atto nel corso della prima manifestazione, tenutasi ad aprile presso i Licei». Poche lapidarie parole, invece, sulle polemiche che hanno preceduto la ripresa dei lavori per il Premio Nazionale Culturale “Losardo”. Non è mancato, infatti, chi ha appoggiato la reistituzione della commissione, deliberata dall’assise cittadina lo scorso mese di febbraio, con la presunta «necessità di dare uno stop alle carrellate di personaggi politici», con riferimento alle personalità che tra il 2005 e il 2007 hanno ricevuto la targa. «Chi cede alla tentazione di polemizzare su questi temi fa dell’oscurantismo – ha commentato il presidente del Laboratorio – Così non si fa che offuscare la memoria di Giannino Losardo».
( Gazzetta del Sud 25 maggio)