lunedì 15 maggio 2017

Vaccini: da Pietro Vitelli (CDC) lettera di contributo all'iniziativa del ministro della Salute Lorenzin

Riceviamo e pubblichiamo la lettera contributo al ministro Lorenzin del CDC:

Pre.mo Ministro,
un Vostro predecessore ,nonché nostro conterraneo ossia Giacomo Mancini. già Ministro della Sanità, si trovò in una analoga situazione in cui Voi in questo periodo state vivendo.
Ebbene , da grande politico lungimirante ed autorevole, avviò sul territorio nazionale una campagna vaccinale obbligatori contro la poliomelite con risultati altamente positivi di eradicazione della terribile malattia che colpiva le popolazioni italiane di tutti i ceti sociali.
Comitato Difesa Consumatori, quale associazione portatrice di interessi diffusi, vuole esprime la propria opinione che di seguito riportiamo, redatta con la consulenza di un Nostro esperto dr. Pietro Russo, sottoponendola all’attenzione della S.V. anche per il tramite dei media
LA PAURA DEI VACCINI: COSA FARE?
La percentuale della copertura vaccinale si è ridotta negli ultimi anni, anche se, per fortuna, rimane  abbastanza alta.  Purtroppo però, a destare una certa preoccupazione sono la cattiva informazione e le crociate antivaccini, alle quali assistiamo quotidianamente e  che spingono molti genitori a non vaccinare i propri figli.
Se questa tendenza si protraesse nel tempo   rischierebbe di avere gravi conseguenze sia sul piano individuale che collettivo, infatti la riduzione della percentuale della copertura vaccinale sotto una certa soglia comporterebbe una perdita  della protezione di tutta la popolazione, con il rischio che si potrebbero  instaurare  delle epidemie importanti  di malattie che, oltretutto, essendo scomparse ormai da tempo,  potrebbero non essere facilmente riconosciute nell’immediatezza  e quindi non essere  trattate in tempo utile.
Una copertura al di sotto del 90- 95% non riuscirebbe a  garantire quella che si chiama l’“immunità di gregge” , utile  per proteggere chi  non può vaccinarsi, per vari motivi.
 In Italia, si è scelto di rendere obbligatori solo i vaccini per  la poliomielite, il  tetano, la  difterite e  l’epatite B, che rappresentano delle malattie con un  rischio di morte e di invalidità molto alto. Ma, ogni Paese fa scelte diverse.
La suddivisione delle vaccinazioni in obbligatorie e “fortemente” raccomandate, non ha, a nostro avviso, però alcun senso,  e ritengo che dover ricorrere  a leggi che le impongono sia una sconfitta per tutta la comunità scientifica e soprattutto per i divulgatori scientifici, in quanto risulta del tutto evidente che se c’è una resistenza all’uso dei vaccini,  significa che essi  non hanno svolto un buon lavoro di informazione.
I bambini non devono essere vaccinati perché c’è l’obbligo di legge ma perché  è un loro diritto essere protetti da malattie potenzialmente mortali.
Se è vero che i vaccini, come  ogni farmaco, non siano privi di possibili  effetti collaterali,  si può affermare che la loro sicurezza  è stata ampiamente documentata.
Tra le tante accuse che vengono mosse  ai vaccini c’è quella inerente alla presenza in essi di  sostanze contaminanti. Già da anni, è stato eliminato il mercurio, e si sta cercando di eliminare una sostanza adiuvante, cioè che aumenta l’efficacia del vaccino, a base di alluminio, sebbene non vi siano prove che possa causare effetti collaterali.
Una contestazione  viene mossa  da tempo al vaccino esavalente, che è somministrato nei primi mesi di vita. In questo caso, viene criticato il fatto che nel vaccino esavalente ci siano oltre ai 4 vaccini obbligatori, anche 2 raccomandati (l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzae di tipo B), e che non sia possibile trovare le dosi per i singoli vaccini, perché le case farmaceutiche hanno deciso di non produrle più.
Ma, quello che più di ogni altro ha rappresentato e che, purtroppo, rappresenta ancora un elemento che suscita un certo timore nei genitori, che devono  sottoporre i figli ad alcuni vaccini, non obbligatori, ma raccomandati, come quello  trivalente (morbillo, rosolia e parotite), è la correlazione che  viene posta tra questi vaccini e l’autismo. Questa correlazione venne riportata, per la prima volta, in un lavoro, apparso su Lancet  nel 1998,  da un medico inglese, tale Andrew Wakefield, radiato dall’albo dei medici, dopo che il suo articolo fu ampiamente smentito da una serie di studi, e ritirato dalla rivista scientifica.
Dopo l’approvazione del nuovo piano nazionale vaccinale, che prevede delle nuove vaccinazioni, inserite nei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea), è  necessaria ora una regolamentazione che garantisca l’uniformità dell'offerta vaccinale su tutto il territorio.
Anche l’istituzione di  un'anagrafe vaccinale nazionale,  proposta di recente dalle Regioni al ministro della Salute, dalla quale risultino tutti i bambini e gli adulti che sono stati vaccinati, quelli che non lo sono, e le eventuali conseguenze che ha prodotto il vaccino, potrebbe essere uno strumento utile per avere un quadro epidemiologico completo.
Vaccinarsi ha un valore etico, in quanto rappresenta un atto di piena responsabilità nei confronti di alcune fasce di popolazioni più deboli, come i bambini, gli anziani e le persone immunodepresse, soprattutto se frequentano luoghi chiusi e promiscui, come le scuole.
Vaccinarsi è dunque da ritenere, da una parte, un diritto, dall’altra un dovere.
Nonostante abbiano salvato milioni di vite, oggi i vaccini  incutono timore. Essi sono, innanzitutto, vittime della cattiva informazione, che determina diffidenza nei loro confronti, ma anche vittime del loro stesso  successo. Infatti, non vedere più alcune gravi malattie, ci fa sentire distanti dal problema, e a sottovalutarle.
Ma, sono, soprattutto vittime di una mancanza di una vera “operazione  trasparenza”, sia sul piano scientifico che su quello del rapporto tra aziende sanitarie e case produttrici.
Nel primo caso, tale trasparenza può essere garantita dando maggiori informazione sulla farmacovigilanza ed in particolare su tutte le reazioni avverse segnalate, e facendo fornire dagli esperti, in programmi dedicati, tutte le risposte agli eventuali dubbi, a volte, anche legittimi, che possono presentarsi su singole questioni, che risultano controverse o percepite come tali. Attaccare chi pone delle osservazioni, senza dare risposte chiarificatrici, significherebbe dare forza ai detrattori dei vaccini, rischiando la messa in discussione del loro valore in generale, e questo francamente sarebbe davvero pericoloso. Nel secondo caso, sgombrando il campo dai dubbi su possibili condizionamenti e pressioni delle case produttrici dei vaccini, sulle aziende sanitarie, pubblicando in rete le operazioni di acquisto. Solo così non verrà prestato  il fianco a coloro che utilizzano le ipotetiche manovre e gli  interessi occulti, per dare forza alla loro campagna contro i vaccini, che condiziona negativamente l’opinione pubblica sulla loro utilità e quindi sul loro utilizzo.
Tenendo presente, comunque, che per ottenere la fiducia della gente non è necessario indignarsi per le osservazioni ed i dubbi, a volte anche legittimi, sollevati da qualcuno,  quanto piuttosto dimostrare la propria credibilità.
Certi di aver fornito un contributo.


prof. Pietro VITELLI
Comitato Difesa Consumatori
Web : sito web:https://comitatodifesaconsumatori.wordpress.com/

martedì 9 maggio 2017

Festa dell’Europa, intervento del Comitato Difesa Consumatori

Riceviamo e volentieri pubblichiamo...

Comunicato Stampa
9 maggio festa dell’Europa: Vitelli C.D.C. la U.E.  deve stare piu vicina ai  consumatori

Robert Schuman  67 anni fa, il 9 maggio 1950, pronunciò la famosa dichiarazione che gettò le fondamenta per la creazione dell’Unione Europea. Contemporaneamente  in quel periodo, sorsero le prime organizzazioni di consumatori  in Europa. Intanto, ricorda Pietro Vitelli responsabile del Comitato Difesa Consumatori, si stava sviluppando nella U.E,  una nuova economia di mercato, dinamica e foriera di numerose opportunità per le imprese e i consumatori e  che, dinanzi a queste nuove possibilità di scelta, occorreva fornire  consigli  liberi da qualsiasi condizionamento come ad esempio  “ la scelta del migliore apparecchio refrigerante o la lavatrice tecnicamente più avanzata ecc”.

 Occorreva fornire, prosegue Vitelli,  la conoscenza per una giusta indicazione ai consumatori, indicando loro, il migliore prodotto o il migliore servizio sia da quelli resi dai privati (industria ed altro) e sia dei servizi resi dalla Pubblica Amministrazione  nonché  la necessaria protezione contro le pratiche commerciali illecite che giorno per giorno si presentavano iniziando ad affermarsi con sempre maggiore intensità a mano a mano che l’Europa allargava i propri   confini.

Non sempre ricorda Pietro Vitelli, le  regole europee  risultavano essere  rigorose  tali da assicurare  dal campo ( ovvero dalla produzione)  alla tavola il rispetto di condizioni di igiene e sicurezza. E che,  solo dopo numerose battaglie , condotte  dalle associazioni dei consumatori, è stato creato   un sistema di allerta a livello europeo,  dove gli alimenti  pericolosi sono   ritirati dal mercato. E cosa molto determinante per i consumatori è  l’obbligatorietà di etichettatura che  permette ai “soggetti portatori di interesse collettivo” di conoscere esattamente cosa è contenuto nel cibo e di scegliere l’opzione loro , più salutare.

Ciò vale anche per i regolamenti europei necessitanti  a garantire che : giocattoli, asciugacapelli e abbigliamento per bambini  ed altro, posti in vendita nei negozi Europei  rispettino gli standard di sicurezza previsti dalla legislazione,  indipendentemente da dove sono stati prodotti  Insomma, un sistema di allarme rapido tra Paesi europei con lo scopo di  prevedere che i prodotti a rischio siano tempestivamente ritirati dal mercato.


Importantissimi settori come quello del mercato “ on line” o della “telefonia” per i quali   i consumatori  europei godono, beneficiando di  una maggiore protezione  fin dal momento in cui  acquistano  tali prodotti avendo la consapevolezza  di beneficiare  di  standard di sanità e sicurezza ambientale,  e soprattutto, di poter contare su aspetti attinenti   alti livelli di privacy se sono, o saranno , a breve finalmente liberi dai costi del roaming  proprio perché le istituzioni europee lo hanno reso praticabile.

Brexit, crisi politiche  nonchè crescente distanza tra i cittadini europei e i loro leader, conclude Pietro Vitelli responsabile di Comitato Difesa Consumatori,   tutti fattori concomitanti che  hanno colpito duramente l’Unione Europea, fa si che  la commemorazione di quest’anno  non possa che  essere momento di celebrazione solo formale auspicando una vicinanza della classe politica alle esigenze dei consumatori.