"Ddl concorrenza, penali rientrate dalla finestra"
"Sono molto preoccupato a seguito della lettura della nota del ministero dello Sviluppo economico secondo la
quale “il disegno di legge sulla concorrenza approvato venerdì scorso
dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dello Sviluppo economico
Federica Guidi non prevede in alcun modo la reintroduzione di penali per chi
recede dai contratti di abbonamento a telefoni fissi e mobili, internet o a
pay-tv”, dichiara Pietro Vitelli Responsabile Altroconsumo Regione Calabria.
"E' veramente allarmante - prosegue Pietro Vitelli - il fatto che attraverso l’articolo 16
del disegno di legge in oggetto si rischi di resuscitare le penali che nel
settore delle comunicazioni elettroniche erano state eliminate con il decreto
Bersani, poi convertito in Legge 70 del 2007. Infatti, nella parte ora aggiunta al comma 3 si dice
esplicitamente che le spese e ogni altro onere comunque denominato relativi al
recesso o al trasferimento dell’utenza ad altro operatore sono commisurati al
valore del contratto al momento della sottoscrizione quando, invece, secondo la
legge vigente, gli unici costi che l’operatore può recuperare sono quelli
giustificati da costi dell’operatore medesimo ovvero costi tecnici vivi per
operare lo switching e/o il recesso - sui quali peraltro pendono ancora ricorsi
di Altroconsumo presso AGCOM e AGCM, considerato che tali costi a nostro avviso
rimangono troppo elevati".
"Il parametrare ora i costi che dovranno sborsare i
consumatori che vorranno recedere prima della scadenza del contratto “al valore
del contratto stesso” rischia quindi - secondo Vitelli - con tutta evidenza di fare rientrare dalla
finestra le vecchie penali e di permettere di nuovo agli operatori di recuperare
non solo le spese vive – che in quanto tali sono riferibili ad aspetti tecnici
e non al valore del contratto – ma anche il mancato guadagno commerciale
rispetto ad utenti che liberamente hanno deciso di lasciare l’operatore prima
del termine del contratto. Peraltro, al successivo comma 3-ter, che il disegno di
legge intenderebbe introdurre, si fa riferimento esplicitamente per quanto
concerne i contratti comprensivi di offerte promozionali alla parola “penale”,
che era scomparsa dal gergo tecnico-giuridico nel settore delle
telecomunicazioni. Il fatto che poi si dica che l’eventuale penale debba essere
equa e proporzionata al valore del contratto e alla durata residua della
promozione non contribuisce a far venir meno le nostre preoccupazioni. Se – come auspichiamo - con le precisazioni odierne del
ministero dello Sviluppo economico si intende anticipare emendamenti
chiarificatori a questo articolo pasticciato che saranno presentati nel corso
del dibattito parlamentare da parte del governo, Altroconsumo non può che
salutare la cosa favorevolmente avendo contribuito per la sua parte a fare
chiarezza. Converrà infatti il ministero dello Sviluppo economico che
reintrodurre le penali nei contratti di consumo nel settore delle comunicazioni
elettroniche non solo sarebbe contro gli interessi dei consumatori ma anche a
detrimento del funzionamento di un mercato efficiente e competitivo".