venerdì 12 marzo 2010

Un aiuto in cucina...

C'è un nuovo blog nel circuito di Contro corrente online. Si chiama In cucina con Tata: ricette creative, consigli per soluzioni veloci, piatti originali. Da tenere d'occhio.

giovedì 11 marzo 2010

Altroconsumo Calabria: "Non rischiate la pelle..."

“L’Organizzazione mondiale della sanità ha elevato le lampade UV alla categoria di cancerogeno di massimo rischio. I centri abbronzanti dovrebbero essere dunque gestiti con la massima cautela, efficienza e professionalità nel trattare clienti e macchinari”. Pietro Vitelli, responsabile di Altroconsumo Calabria, mette in guardia i consumatori.

“Traendo spunto da quanto già accertato in diverse città d’Italia, mi prefiggo con questo comunicato di fornire ai lettori calabresi, tramite la sede di Altroconsumo Calabria, comunicazione sui risultati effettuati in 50 centri abbronzanti di otto città, dimostrando che i cittadini non sono tutelati: scarse informazioni preventive, scarsa attenzione alla salute dei clienti, libero ingresso ai minori. Solo 15 centri su 50 passano l'esame degli esperti di Altroconsumo. I controlli delle Asl, se ci sono, sono ad armi spuntate. In un quadro normativo inesistente, eccetto per una solo regione in tutt’Italia il Piemonte”.

Maggiori dettagli sullo studio prodotto dopo l’inchiesta sono consultabili sul sito www.altroconsumo.it.

“Giovani donne non abbronzate e con la pelle chiara - prosegue Vitelli - si sono presentate agli operatori, dichiarando di assumere la pillola anticoncezionale, verificando quali informazioni e quali strumenti (come gli occhialini) fossero messi a disposizione. All’uscita chiedevano di poter portare con sé un minore in una seduta successiva. Per quest’ultima domanda solo il 20% del campione ha fornito la risposta corretta: “No, i minori non possono”. Infischiandosene delle indicazioni dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro secondo cui il rischio di tumore cutaneo aumenta del 75% se la tintarella diventa un’abitudine prima dei trent’anni”.

Altri risultati allarmanti elencati da Altroconsumo: “Nel 30% dei casi non sono stati consegnati gli occhialini, pur avendoli richiesti esplicitamente, perché giudicati dagli addetti “non necessari”. Nel 78% dei centri non sono state fatte domande per stabilire il tipo di pelle e le eventuali cautele da adottare. In nessun centro sono stati consegnati opuscoli o fogli informativi dove si citassero i farmaci fotosensibilizzanti, come antibiotici, antinfiammatori, per evitare l’insorgere di macchie scure o arrossamenti”.

“A seguito di ciò ed a tutela della salute dei consumatori-utenti Altroconsumo ha inviato una lettera al viceministro della Salute per denunciare il degrado del settore, privo di regole condivise e applicate e di controlli sull’efficacia dei macchinari e sulla preparazione del personale. Nel caso in cui i cittadini calabresi avessero riscontrato “sulla propria pelle” disservizi o problemi collegati a trattamenti abbronzanti, possono rivolgersi alla nostra organizzazione di tutela per segnalare l’accaduto”, conclude Vitelli.

mercoledì 3 marzo 2010

Avevo trecento amici

di Carlo Andreoli


Molto meglio che al bar, gli amici si trovano quest’oggi su Facebook: un social network – com’è chiamato questo luogo di perdizione del buon senso – dove milioni di vite e d’esistenze umane s’incrociano a vicenda per celebrare, in allegria, un quarto d’ora di celebrità informatica.
“Come non sei su Facebook?!” mi fa l’amica esterrefatta, puntandomi lo sguardo basìto di chi conosce le delizie della vita e vorrebbe farne parte l’amico riluttante. “T’iscrivo io: guarda com’è facile!”. La registrazione parte, infatti, spedita come un rapido: trattandosi di rispondere ad una raffica di domande che ti farebbero, nel caso, l’anagrafe del comune, la dirimpettaia e poi l’amica del tuo cuore. Ti si chiede un po’ di tutto: sesso, età, stato civile, scuole e corsi frequentati, gusti e cibi prediletti, attitudini del corpo e della mente; come pure - se n’hai voglia - cartelle zeppe di foto d’occasione – diploma, laurea, compleanni, matrimoni e nozze d’oro– oppure ancora video, dei più vari e disparati, che ritraggano e immortalino la quotidianità.
Se avete varcato indenne questa forca caudina, ogni inibizione è come superata nell’atto in cui compare la vostra foto piccola nell’abaco di volti planetario. “Adesso, arriva il bello!” assume la mia amica-anfitrione. Dopo qualche giorno, comincia infatti a pioverti un buon numero di “richieste d’amicizia” cui è improbo sottrarsi: vecchi compagni di scuola e d’università, perduti amori ed ostici colleghi che manco salutavamo, ci offrono col cuore una profferta d’amicizia. E la faccenda, di lì a poco, si complica e infittisce, giacché inesorabilmente si finisce per diventare amici degli amici: sicché gente affatto ignota si prenota – fosse pure alle Canarie – per diventare vostra amica e condividere con voi momenti lieti di svago e di lazzo cibernetico. Perché un tale afflato cosmico d’affetto, comporta poi un dialogo che procede a un dipresso come segue: un’amica capo-cordata - ce n’è sempre una che si piglia tale incarico – esordisce, alle tre del pomeriggio, lamentando un forte mal di testa: “commenta” suggerisce un link. E così, di punto in bianco, un amico dietro l’altro si dà a confezionare una serie di pensieri, sopra il male momentaneo dell’amica, da far impallidire lo zibaldone del Leopardi. Mano mano, s’aggiungono altri amici – della torma già abbondante – che esternano altri gioielli di pensiero logico-umorale; fintanto che, a tarda sera, c’è un palinsesto di commenti, miniato dalle foto degli astanti, i quali, evidentemente, avranno un poco trascurato il lavoro e le bisogne di giornata pur di partecipare a simile consesso.
Ma come si fa ad emergere nel procelloso mare magnum di Facebook? Dato ch’emergere è considerato oggi un’esigenza indifferibile. Ci sono alcuni trucchi o vuoi consigli: il più notevole dei quali è quello d’essere ammiccante a tutti i costi. Nella scaletta “preferenze”, che appare sotto la tua foto, non mettere, ad esempio, le pappolate solite: come fanno centinaia di facebooker che hanno scoperto tutti assieme d’amare la nutella: metti la sacher-torte che, pur se non conosci, trovi invero deliziosa. E, nella sfilza degli amici, che scorre maliziosa e dilettevole, trascegli pure quelli che possano darti un tono d’allusiva sciccherìa: nomi e volti stuzzichevoli e di gente originale e alternativa. Anche se sei una cozza, solo così potrai dar atto – nella repubblica di Facebook – d’una tua avvenente, ancorché misconosciuta, personalità.
Io personalmente, dopo giorni di rodaggio, mi sono cancellato. Avere trecento amici, sarebbe stato troppo finanche per il serafico d’Assisi. E poi il tipo di relazioni riscontrate mi portava alla memoria certi incontri da vagone ferroviario da dimenticare. Sarò pure démodé, ma quando parlo ad un amico pretendo ancora di guardarlo negli occhi. E tutto questo, la collezione d’avatar di Facebook, non riesce proprio a garantirlo. Se mi volete, dunque, non cercatemi su Facebook: ho il privilegio di non esserci.