lunedì 16 febbraio 2009

Su Arte in Riviera

Recensione di Teresa Cirillo Sirri
per ‘Arte in Riviera’ di Carlo Andreoli


Alla riscoperta di un mondo perduto, di una costa incantevole, di piccoli e grandi tesori d’arte nascosti, offuscati dal proliferare di seconde case piantate fin sulle spiagge, cubi di cemento muti e vuoti per dieci mesi all’anno, di villaggi turistici che dilagano dai monti al mare, più pacchiani che ridenti. Tuttavia, nei vecchi paesi inerpicati sulle colline, antichi e sontuosi palazzi signorili, chiese arricchite da quadri, sculture e ornamenti di pregio, castelli diruti, vicoli e piazzette rallegrate da fontane fanno ricordare il passato e riescono a far dimenticare l’attuale speculazione edilizia che ha assalito incantevoli zone marine e montane della Calabria. Non è possibile non vedere i guasti del presente, ma alla recriminazione si può almeno unire l’azione, la conoscenza approfondita, l’informazione che metta in risalto la specificità delle località calabresi che mantengono ancora intatto il loro antico fascino.
Un valido esempio di studio e di valorizzazione del territorio viene da una visione panoramica della zona costiera cosentina rivisitata con acume e competenza da un architetto calabrese, Carlo Andreoli, che ha fissato la sua attenzione non solo sul patrimonio artistico e archeologico di quei luoghi ma anche su figure di personaggi rappresentativi, di scrittori o di musicisti locali, del passato o contemporanei. Andreoli ha riproposto, riunite in volume, una serie di conversazioni settimanali tenute a Radio One di Scalea col titolo collettivo di ‘Arte in Riviera’. E ‘Arte in Riviera. Panorama d’arte e di cultura del Tirreno Cosentino’, Paola, Tipolitografia R. Gnisci, 2008, pp. 150, s’intitola appunto il libro pubblicato sotto gli auspici del laboratorio sperimentale “Giovanni Losardo” e col patrocinio del Tirreno Sviluppo e Legalità. Il taglio asciutto e l’accuratezza dell’informazione, la semplicità e la chiarezza nell’esposizione, caratteri propri di testi pensati per una rubrica radiofonica, si travasano senza forzature nella pagina scritta che, rispetto alla conversazione, ha il vantaggio di unire alla parola un’esaustiva serie di ottime fotografie, eseguite in gran parte dall’autore, che illustrano e completano efficacemente i testi.

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