lunedì 4 gennaio 2010

Lettera aperta ai cittadini del sindaco di Cetraro (Cs) Giuseppe Aieta

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.


Carissimi concittadini,
gli anni che ci lasciamo alle spalle sono stati anni difficili trascorsi con non poche criticità. La drammatica situazione economico-finanziaria ereditata con il Comune fuori dal patto di stabilità, il degrado diffuso di una città senza prospettive, l’assenza totale di un disegno strategico di sviluppo, una rete infrastrutturale deficitaria e storicamente compromessa, l’isolamento istituzionale a tutti i livelli rendevano ogni pur volenterosa iniaziativa ardita e difficile. Un campo affollato da confusione, anche sul piano morale. Era il 2005! Da allora sono cambiate tante cose. L’intuizione politico-programmatica denominata Patto per la Città rompeva, con il suo avvento, vecchi equilibri e liturgie vetuste che avevano frenato lo sviluppo della città e che i cittadini ormai avevano imparato a riconoscere perché stanchi che il loro futuro fosse in mano a pochi che sbarravano la partecipazione ed ogni tipo di raccordo politico-istituzionale. Il lavoro che avevamo davanti si presentava ostico, ma al tempo stesso avvincente, così come dovrebbe essere ogni attività politica fatta per la gente. Dirigenti politici e comuni cittadini raccolti in movimenti civici capirono che era arrivato il tempo delle scelte, che bisognava darsi un’altra rotta, sferrando una spallata ai vecchi schemi politici e colmando i nuovi di valori, principi e programmi certi. Questa è stata la vera forza dirompente e rivoluzionaria; questo ha consentito che partiti storici della sinistra si alleassero con l’UDC, all’epoca forza integrante del centrodestra, anticipando di fatto il modello che oggi, a tutti i livelli, si insegue. Non solo! Il programma di governo è stato il nostro patto d’onore: ciò che si decise allora è stato pedissequamente osservato. Con realizzazioni storiche ed epocali che grazie al cielo ci riconoscono gli altri e che per non tediare elenco sinteticamente rinviandovi ad apposito opuscolo sulle opere realizzate. Porto, Difesa organica, Rete Metano, Impianto Polisportivo, Teatro, Parcheggi, Piazze, Fontane, Strade rurali, Illuminazione, Nuovo Istituto d’Arte, Museo e nuovo Giardino Palazzo del Trono, Strada Decongestionamento, Bonifica Fiume Aron, Nuovo Impianto Depurazione. Molte delle quali realizzate, altre in via d’esecuzione, altre ancora già appaltate. Rispetto a queste opere, costate circa 30 Milioni di euro, vi è stato un gran numero di incarichi professionali conferiti, di appalti esperiti che correvano il rischio di aprire una fase involutiva nella vita amministrativa: tutto è stato gestito con massima trasparenza e rigorosa moralità. Un modello che potremmo esportare in altri ambiti della vita civile. Una gestione pulita, fresca, bella. Senza ombre, né dubbi, né sospetti. In questi anni abbiamo utilizzato il potere non come fine ma come mezzo per far pesare il nostro ruolo istituzionale anche nei rapporti con gli altri Comuni, con la Provincia, con la Regione, con il Governo. La città è stata sdoganata e il Sindaco di Cetraro è stato scelto, in qualità di Presidente, per rappresentare tutti i Comuni del tirreno cosentino nei partenariati più importanti per lo sviluppo del territorio. Con l’intelligenza che contraddistingue i dirigenti del Patto, si è capito che chi aveva responsabilità di governo doveva dare risposte prima alla città e poi ai rispettivi partiti. Qualche volta tale atteggiamento non è stato condiviso creando fibrillazioni in chi ha ancora una visione nostalgica di questa forma associativa e rappresentativa dei cittadini. Tuttavia si è capito che il partito è una parte e che la città è il tutto e questo credo sia stato un grande merito dei dirigenti politici che non hanno mai tentato di condizionare le scelte nel senso deteriore del termine. Chi ha governato si è trovato spesso in solitudine perché probabilmente tale atteggiamento è stato vissuto come arrogante autosufficienza. Ma nei momenti più delicati e preoccupanti militanti, amministratori e dirigenti politici sono riusciti a fare testuggine. La maturità dei partiti è stata quella di capire che in alcuni casi è difficile discutere prima di una decisione; la comprensione che si è avuta su questo punto credo sia stata la ragione alla base della serenità politica con cui abbiamo governato e realizzato opere. Non hanno pesato in questi anni vecchie oligarchie burocratiche che in passato avevano ingessato l’azione amministrativa addivenendo spesso a non compiere le opportune scelte. Ci siamo posti il problema del rapporto con i cittadini e abbiamo fatto tanti incontri: commercianti, tecnici, sportivi, insegnanti, genitori, medici, disoccupati, giovani, pescatori, contadini insomma, il corpo vero della città. Cittadini che spesso non hanno tempo per partecipare ma che hanno una pretesa legittima: che tutto ciò che riguarda la loro vita amministrativa e quindi esistenziale sia chiaro, e che in qualunque momento loro decidano, abbiano la possibilità di dire la propria, a patto che chi li amministra non dia in nessun momento l’idea di pensare che governa solo per i propri interessi personali e familiari. Il vero vanto di questi anni è rappresentato dalla continua consultazione costruita con la Chiesa e con la Scuola. Le nostre grandi agenzie sociali che hanno saputo offrire proposte e spunti affinché si costruisse la città immateriale. Il tessuto connettivo su cui abbiamo costruito questo rapporto con i cittadini è da rintracciare in quel patrimonio di valori condivisi posti alla base dell’alleanza del Patto laddove avevamo individuato la legalità e la moralità come elementi fondamentali dello stare insieme. Vi è stata una ragguardevole impennata di fiducia dei cittadini verso l’Istituzione comunale: tale fiducia non è calcolata sull’enorme consenso elettorale avuto nel 2005 e confermato, cosa assai strana per chi si espone a governare una città con tanti problemi, nel 2009. La fiducia è cresciuta perché il rapporto tra amministratori e amministrati è cambiato. Il Palazzo, tra l’altro trasferito nel cuore della città, si è davvero aperto: non vi è cittadino che non abbia trovato porte aperte e interlocuzione con il Sindaco e con gli Amministratori. Né vale il ragionamento di chi si avventura in graduatorie sul diverso impegno degli amministratori verso i cittadini: la squadra di governo è una e ciascuno risponde anche degli altri. Tutto ciò è costato fatica, molta fatica. Ci siamo trovati di fronte anche al problema di scegliere tra l’utilità e l’onestà nei rapporti tra le forze politiche: la vicenda di Rifondazione Comunista è emblematica di come la coalizione abbia scelto l’onestà e la lealtà rischiando l’implosione. A tal riguardo è utile ricordare la storia di Attilio Regolo, console romano, che dopo numerose vittorie contro i Cartaginesi, fu da questi sconfitto e fatto prigioniero. La tradizione narra che fu inviato dai Cartaginesi a Roma per trattare la pace e restituire alcuni nobili prigionieri di guerra, con l’impegno d’onore che se non l’avesse ottenuti sarebbe ritornato a Cartagine. A Roma, Regolo, trascurando l’utile e negandosi l’opportunità di salvare la propria vita ritornando con la sua donna e i suoi figli, si espresse contro la richiesta di Cartagine perché quei prigionieri erano valenti capitani, mentre lui era ormai vecchio. Così ritornò a Cartagine dove fu ucciso atrocemente. Un grande esempio di virtù e di onore! Per carità, nessun accostamento, ma in quella fase il Patto ha dimostrato la sua grandezza disdegnando l’utile e il calcolo, che sono gli elementi preponderanti nell’attuale sistema politico, e scegliendo la lealtà nei rapporti sfidando anche la pazienza dei Consiglieri comunali e dei cittadini tra i quali ancora serpeggia un pesante risentimento. Nel frattempo, durante la legislatura si affacciava nello scenario politico la nascita di una forza politica importante che saldava due grandi culture che nella storia cittadina avevano avuto una preponderante influenza. La tradizione cattolica si univa a quella della sinistra storica dando vita ad un nuovo partito: il PD. Il Consiglio comunale registrò tale trasformazione che, grazie alla maturità politica di quei dirigenti e dei Consiglieri comunali di riferimento, si trasformò in forza propulsiva dell’alleanza. Un’alleanza, dunque, rafforzata che necessariamente doveva fare i conti con una realtà politica in continua evoluzione. Ogni passo di tale trasformazione, che poteva diventare minacciosa e preoccupante per gli evidenti cambiamenti nei rapporti di forza, rendeva l’alleanza più forte, più affidabile, più coesa al punto tale da registrare successi e un considerevole aumento dell’indice di gradimento nella città. Il successo dell’attività amministrativa ha scatenato non pochi rancori che, grazie al cielo, non hanno trovato grande accoglimento tra i cittadini; mi solleva il fatto che da questi rancori, nel complesso, sia rimasta immune l’alleanza che, fino ad oggi, ha saputo guardare al bene comune. Mi ricandido! Proprio per il rapporto sempre intenso avuto con i cittadini, credo sia doveroso parteciparvi la decisione assunta in questi giorni di ricandidarmi a guidare la città dopo che i partiti e i movimenti della coalizione me lo hanno chiesto. Con le idee chiare su ciò che bisogna fare nel secondo tempo di questa esperienza ma sempre tenendo fede a quei valori e a quei principi del 2005 necessari per proseguire il cambiamento. In questi anni abbiamo trascurato alcuni aspetti nella nostra attività; oggi è tempo di discuterli e farli diventare programma di governo. E se siamo stati in grado di realizzare grandi opere, di cui si parla ad ogni livello, che si aspettavano da decenni, immagino che saremo in grado di realizzare la seconda fase con più facilità perché memori degli errori commessi. Costruiremo la Città delle regole, della pulizia, del decoro dei luoghi unitamente alla Città solidale, volta ad alleviare bisogni di tanti cittadini in difficoltà. Non che questo sia mancato in questi anni, ma ritengo necessario imprimere una svolta marcatamente riformista. Ciò che sarà in futuro è facile immaginarlo. Una coalizione motivata, con le carte in regola, con un’alta capacità di tradurre bisogni ed esigenze in proposta di governo che non può e non deve preoccuparsi di contrapporsi a coalizioni condite da delusioni, da insuccessi e da rancori. La forza dei prossimi anni sarà tutta nella capacità di saper saldare l’innovazione con la tradizione, mantenendo ferma la barra sui valori e sui principi che nel 2005 ci siamo dati e che negli anni si sono consolidati. Un patrimonio politico di cui ognuno deve sentirsi protagonista e orgoglioso; un patrimonio che non appartiene ai singoli; un patrimonio che è solo dei cittadini. I Consiglieri comunali Non è facile trovare nei Consigli comunali calabresi, la maturità che si è riscontrata in questi anni. Le grandi questioni affrontate nella Massima Assise cittadina hanno quasi sempre trovato l’unanimità dei consensi. Non si tratta di compromessi o inciuci, ma solo di un rapporto sereno, leale e dialettico con chi aveva il mandato popolare di pensare a tutti e non ad una parte. Non vi è dubbio che un ruolo fondamentale nella costruzione di questo rapporto è da ascriversi alla capacità diplomatica del Presidente del Consiglio comunale che ha saputo trasformare un luogo che sarebbe potuto diventare un’arena in una espressione fortemente rappresentativa della città. In tale contesto si è inserita l’azione dei nostri Consiglieri che hanno saputo espletare il proprio mandato in maniera emblematica, leale, corretta senza mai far pesare, nelle dinamiche consiliari, questioni private rispetto al bene della città. La Giunta. Sarei poco attento se dimenticassi di esprimere il mio personale giudizio su coloro che mi hanno accompagnato in questi anni e con i quali ho condiviso successi, preoccupazioni, amicizia. Nei nostri rapporti abbiamo sempre ricercato la lealtà. E con sommo piacere devo dire che ci siamo riusciti. Ognuno ha svolto un ruolo, una parte che rendeva gli altri più forti, più coesi. Una Giunta in cui mai si sono affacciate richieste personali e familiari; amministratori continuamente tra la gente; persone perbene di cui ogni partito può andare fiero. Un patrimonio della città, non solo per ciò che ognuno ha saputo esprimere in questi anni, ma soprattutto per ciò che ciascuno ha saputo dare alla comunità in termini di umanità e vicinanza. Una squadra forte, pronta a cimentarsi con problemi grandi che ha saputo risolvere, senza far pesare la propria opinione quando questa non era maggioritaria. Una Giunta che non ha mai pensato a privilegi: ormai dal 2006 sono state abolite tutte le forme di rimborsi o missioni che spettavano agli amministratori per svolgere le funzioni amministrative. E’ stato questo un segnale politico importante rispetto alla esiguità delle risorse finanziarie. Non esiste agli atti dell’Ente fattura di ristorante o di hotel. Le relazioni istituzionali, che sono state numerose, sono state affrontate direttamente e personalmente dal Sindaco, dagli Assessori e dai Consiglieri. Una inversione di rotta rispetto a pratiche del passato di cui ancora permane traccia negativa nella memoria dei cittadini. Il rapporto con i cittadini è cambiato. Il programma di governo è stato l’unico punto di riferimento dell’attività della Giunta che, di fronte a temi e scelte nuove, nelle decisioni, ha sempre coinvolto il Consiglio comunale, le forze politiche, le forze sociali e i cittadini. La vita cittadina non è stata sclerotizzata in assetti di potere che si consolidano intorno ad una figura, anche se fortemente legittimata; il Comune non è stato solo un centro di spesa dello Stato in quanto le relazioni istituzionali di questi anni hanno consentito che sulla programmazione, concertata a suo tempo con la coalizione, si è riusciti ad attrarre un investimento di circa 30 milioni di euro. Rispetto alla grande mole di finanziamenti non vi è stato un freddo e informe ragionamento: con grande fatica abbiamo seguito le pratiche mai sostituendoci alla burocrazia alla quale abbiamo chiesto equità ed equilibrio nel conferimento degli incarichi professionali. Non vi è tecnico che possa vantare un preponderante volume di incarichi rispetto ad altri; non vi è stato amministratore che abbia agevolato o sostenuto un professionista rispetto ad altri. La Giunta, nell’espletamento del proprio mandato, è stata esemplare, trasparente, consapevole della responsabilità e della fiducia conferite dal Sindaco, dai partiti e dai movimenti. Una bella esperienza umana e politica: un vanto per me e per la coalizione intera. Una grande pagina di democrazia! Questo è l’orgoglio di chi ha avuto la maggiore responsabilità di governo in questi anni; di chi modestamente ha saputo tenere unito il gruppo; di chi infinitamente ama la sua città. Per questi motivi ho ritenuto doveroso rivolgermi direttamente a Voi, che ormai da tempo, mi elargite grande generosità conferendomi ruoli e consensi, tanti consensi. Ho sempre creduto nel rapporto diretto con i cittadini e spero che l’esperienza di questi anni non ci faccia dimenticare che il nostro successo è dipeso - come recita il titolo del nuovo libro del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, - da “Il Patto che ci lega”. Un Patto di cordialità, lealtà, correttezza. Ecco perché ho scelto di rivolgermi direttamente a Voi. Per il profondo rispetto che ho portato verso ogni Vostra istanza, talvolta riuscendovi, altre volte no. Vi formulo i migliori Auguri di Buon Anno affinché le Vostre famiglie possano trascorrere un 2010 in armonia e tranquillità, ricco di successi per la nostra Città.

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