domenica 21 novembre 2010

Riposizionato il Cristo sofferente

Ad 8 anni dalla sua rimozione da Piazza del Popolo, il Cristo sofferente è stato riposizionato nei giardini dei Licei Silvio Lo Piano di Cetraro.

La statua sacra, scolpita negli anni Ottanta dall’artista cetrarese Marcello Ciampa, dedicata alla memoria di Giovanni Losardo, assassinato dalla mafia il 21 giugno dell’Ottanta, è stata elevata a simbolo antimafioso dal consiglio comunale con atto deliberativo votato all’unanimità nel luglio 2006.

Dal settembre 2002, allorché è stata rimossa da Piazza del Popolo dove svettava da oltre 20 anni, la statua è rimasta chiusa in un magazzino del Comune di Cetraro in attesa di essere restaurata e riposizionata.

Nell’arco di questi anni intorno al Cristo sofferente si era creata una sorta di petizione popolare con la raccolta di oltre 1500 firme per restituire agli antichi splendori una scultura di indubbio pregio artistico, ma soprattutto di grande valore simbolico.

Qualche anno fa con un primo finanziamento dell’assessore provinciale alla cultura dell’epoca Stefania Covello è stato possibile restaurare la statua, che tuttavia ha atteso ancora qualche altro anno prima del suo riposizionamento definitivo.

L’interessamento diretto del presidente dell’amministrazione provinciale di Cosenza Gerardo Mario Oliverio ha consentito di trovare una soluzione all’interno del piano di ristrutturazione dei giardini dei Licei dove appunto il Cristo è stato posizionato in modo orizzontale per ragioni logistiche.

Evenienza questa che ha conferito un ulteriore fascino artistico alla statua sacra di cui si è parlato a lungo nel corso degli ultimi 8 anni.

Il primo cittadino Giuseppe Aieta, particolarmente impegnato nel perseguire l’obiettivo di riposizionare la scultura sacra, ha preannunciato che a breve si procederà alla inaugurazione del Cristo sofferente con tutti gli onori che una cerimonia di questo tipo richiede.

Dovrebbero essere presenti all’iniziativa il presidente dell’amministrazione provinciale di Cosenza Gerardo Mario Oliverio e il Prefetto di Cosenza Antonio Reppucci.

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