martedì 14 giugno 2011

La politica italiana è “nord centrica”

Qualche rapida riflessione sui risultati del referendum.


I fenomeni politici più interessanti (e importanti) hanno origine al nord. Il sud va a rimorchio. Si allinea. Per stare all’ultimo ventennio, tangentopoli e crisi del pentapartito, Lega, fenomeno Berlusconi, Prodi e Ulivo, Pisapia. Adesso l’esito referendario. I dati di affluenza delle regioni del nord sono inequivocabili. È lì che l’onda ha avuto origine.


Un’ulteriore riflessione, a proposito della tendenza “nord centrica” della politica italiana, va fatta: senza il voto degli elettori di centrodestra – soprattutto del settentrione – non ci sarebbe stato il quorum. Almeno metà dei simpatizzanti del Pdl e una buona parte dei leghisti sono andati alle urne. Di sicuro non per bocciare il governo. Piuttosto, hanno fatto la cosa giusta: si sono espressi nel merito dei quesiti referendari. È, dunque, pretestuoso, da parte dell’opposizione, strumentalizzare i referendum in chiave antigovernativa. Comprensibile, ma sbagliato.


Comunicazione online e vecchi media
È indubbio che gran parte della comunicazione politica, ormai, passa da Internet. Sono, in particolare, gli under 45 a usare i social media (Facebook, Twitter e compagnia) per fare campagna elettorale. Queste tendenze, apparse evidenti in occasione delle ultime amministrative (i celebri Pisapia quotes), si sono ulteriormente consolidate nella tornata referendaria.


I social network sono sempre più spesso utilizzati come strumento per organizzare la partecipazione politica dal basso. Le sezioni di partito si svuotano, le piazze virtuali si riempiono. E contano, come si è visto.


Grandi sconfitti del 12 e 13 giugno sono, dunque, i media tradizionali. La Tv, in particolare, ma anche la carta stampata. Ancora molto importanti per le fasce anziane della popolazione, incidono poco dai 45 anni in giù.


Se ha un senso parlare di conflitto di interessi (Tv e giornali concentrati nelle mani di un uomo politico), è solo perché l’Italia non è un paese per (e di) giovani.

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