di Matilde Tortora
Alberto Grifi è morto. Il mondo del cinema perde con lui un geniale regista e noi un caro amico che avemmo modo d’intervistare nel settembre scorso per Controcorrenteonline; la sua intervista, data l’intensità, lo spessore intellettuale e la grande lezione d‘amore per il cinema e l’attenzione al lavoro degli altri che essa ci donò, confluì non a caso e concluse le “Parole d’Amore” che sono divenute un libro pubblicato di lì a poco, ad opera del Laboratorio Sperimentale G. Losardo. Nato nel 1938, Alberto aveva ereditato dal padre la passione del costruire delle speciali macchine da presa, che gli consentirono di essere, tra i primissimi, in Italia, autori di “cinema sperimentale”, d’altronde egli era pittore, fonico, attore, creatore di dispositivi video-cinematografici, quali “il vidigrafo”, competenze tali che gli consentirono di divenire autore di film sperimentali, che sono stati capisaldi della storia del cinema italiano e divenuti noti anche fuori d’Italia, per l’attenzione meritata in Festival importanti Oltralpe.Noi tutti rivolgiamo ad Alberto il nostro saluto: Egli ci lascia non solo il suo prezioso lavoro, ma anche la sua indomita passione, l’esempio del suo impegno coerente e coraggioso di chi ha sempre inteso mirare al profondo delle cose, rivelandone aspetti, che senza di lui, non sarebbero stati di tale impatto artistico e finalmente a noi tutti disvelate.
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