sabato 29 dicembre 2007

Dal Caos al labirinto

di Gaetano Bencivinni

Il Caos c’è sempre stato. E’ quanto afferma il filosofo Epicarmo nel primo frammento di sicura attribuzione, che ci è pervenuto. Noto commediografo, vissuto tra il 550 e il 450 a. Cr., Epicarmo ha certamente contribuito a creare quel clima culturale, ricco di spunti speculativi, che ha preceduto gli albori della democrazia in Grecia.
Pochi frammenti, che tuttavia contengono input significativi per ricostruire un pensiero filosofico impegnato a trovare le tecniche conoscitive opportune per tentare di dare una spiegazione ordinata del Caos.
Ordinare il disordine, classificare distinguendo il pari dal dispari, misurare le cose, cercando di cogliere l’ordito geometrico che attraversa la realtà caotica del Cosmo.
Nel giro di pochi decenni, nel tentativo di incanalare il Caos in forme razionali rigide, il pensiero greco ci regala il Teeteto, il Parmenide e il Sofista, dialoghi dialettici di Platone, che anticipano la logica formale contenuta nei Topici, nei Secondi analitici e nei Primi analitici del filosofo per eccellenza, il grande Aristotele, che diventerà per l’intero millennio medioevale l’ipse dixit.
Ma il Caos c’è sempre, come ha detto Epicarmo. Le strutture semplici non riescono ad inquadrare il disordine, che puntualmente smentisce le regole certe del pensiero scientifico. L’ideale si intreccia col reale e tentano insieme di incanalare il Caos in una dialettica lineare e progressiva. Non c’è nulla di definitivo. La realtà diventa dato di fatto per poi trasformarsi in un flusso complesso non catturabile. Il caos smentisce ogni certezza e rimette in discussione anche le regole del giuoco della scienza.
Controllabilità intersoggettiva, falsificabilità empirica, variazioni paradigmatiche, epistemologie alla ricerca del fondamento assoluto.
Occorrono strutture complesse, bisogna combinare gli elementi, occorre trovare nuove dipendenze interne. Il Caos ha ancora la meglio, perché il Caos c’è sempre.
Un nuovo labirinto si spalanca e richiede nuove categorie interpretative. Il vecchio filo di Arianna non riesce ad imbrigliare il Caos ribelle, che si riaffaccia prepotente per generare nuove trasgressioni. Non regge più neanche la realtà. Il vuoto prende il suo posto. Non ci resta che ricominciare, perché, come ha detto Epicarmo, il Caos c’è sempre.

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