domenica 17 febbraio 2008

Alessandro Longo: musicista d’Amantea nell’Italia del ‘900

di Carlo Andreoli

Nel campo della musica classica, il Tirreno Cosentino vanta un nome d’eccellenza in Alessandro Longo; che fu pianista e compositore emerito della Scuola di Napoli, tra la seconda metà dell’800 e la prima del ‘900.
Nato ad Amantea nel 1864, Longo fu allievo, presso il il Conservatorio di Napoli, di Beniamino Cesi, per il pianoforte, e di Paolo Serrao, per la composizione. E conseguito il diploma nel 1884, diede inizio ad una fortunata carriera in cui l’interesse per la tecnica del piano s’unì ad una riscoperta della musica strumentale italiana, rivista sotto il duplice profilo di recupero storico e filologico. In un periodo, di fatto, in cui ancora primeggiava il melodramma, Longo, sotto la spinta soprattutto di Giuseppe Martucci, si propose di riportare in auge la “musica pura”, come lui era solito chiamarla: quel tipo di musica, cioè, che facesse affidamento esclusivo sulle risorse melodiche ed armoniche; per proporsi all’ascolto nella sua nuda veste strumentale. Se da un lato, si volse quindi al repertorio pianistico, divenendo esecutore apprezzato ed autore di numerose pubblicazioni di didattica strumentale; dall’altro il suo impegno di studioso lo portò a mietere successi nel campo della ricerca filologica. Nel 1906, infatti, la Casa Editrice Ricordi gli affidò l’incarico di raccogliere e censire tutta la produzione musicale di Domenico Scarlatti, il grande clavicembalista italiano del ‘700; che giaceva sparsa in archivi e fondi vari di biblioteche. E nel 1910, Longo la riportò alla luce in 11 volumi; frutto d’un lavoro accurato di ricerca e di restauro che ancora oggi costituisce un approccio fidato alla musica del maestro napoletano. A questa impresa di ricerca ne seguì quindi un’altra, con l’edizione che diede della “Biblioteca d’oro”: circa 700 brani di musicisti italiani d’ogni tempo, di cui fornì un’esatta trasposizione per piano, che molto contribuì alla conoscenza del patrimonio musicale nazionale. Per altro verso, la sua perizia di didatta lo portò ad esercitare per 40 anni circa la scuola di pianoforte presso il Conservatorio di Napoli; dove ebbe tra i suoi allievi musicisti come Franco Alfano, Paolo Denza ed Antonino Vuotto. Mentre la sua passione di teorico lo portò a fondare e dirigere due riviste come “Arte pianistica” e “Vita musicale italiana”; le quali, dibattendo di questione tecniche e stilistiche, affrontarono le discussioni allora in voga nel mondo musicale italiano ed europeo. Tutto questo impegno, congiunto all’attività di compositore, con centinaia di pezzi vari per piano e di suites strumentali; ed a quella d’esecutore, che lo portò a fondare a Napoli la “Società del Quartetto”; gli valse grande credito nell’ambito della musica d’arte dei suoi tempi. Tanto che, smesso l’insegnamento nel 1934, fu richiamato, 10 anni dopo, a dirigere il Conservatorio di Napoli: incarico che il maestro ottantenne assolse con coraggio; e da cui solo lo distolse la morte, sopraggiunta in Napoli nel novembre del ’45.
Longo lascia oggi una vasta produzione – strumentale e teorica – ancora tutta da vagliare; ed il ricordo d’un maestro che alcuni vogliono legato ad un’arte tenacemente stretta alla tradizione. Ma il suo ricorso agli esempi nobili della musica europea – che coniugava classico e romantico – fu forse il tentativo, nel disordine causato da due guerre, d’un ritorno al metodo; che ristabilisse nella congerie delle mode quell’antico gusto italico di cui allora, come oggi, s’avverte un bisogno necessario.


Radio1One
(Venerdì 15 Febbraio 2008)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mio padre il maestro di musica Vito Castorina, fu alunno del maestro Longo. La scoperta e` recente; rovistando tra le carte del mio genitore, ho trovato una foto di congedo con dedica che il maestro Longo rilascio`al suo allievo Vito Castorina. E` datata Napoli 8 luglio 1929.
email, michele.castorina@yahoo.co.uk