lunedì 26 maggio 2008

Castelli del Tirreno Cosentino

di Carlo Andreoli


Andare per castelli, lungo la costa del Tirreno Cosentino, è impresa assai allettante; dove il fascino dei luoghi s’unisce alle memorie storiche. Sulla baia di Fiuzzi, a Praia a Mare, s’affaccia già la splendida Rocca di Praia: un maniero militare del ‘300, turrito e merlato, che tra mastio, corpo di guardia e scuderia ospita oggi un raffinato albergo. Sopra un costone roccioso che sovrasta l’abitato, spiccano invece i resti del Castello di Papasidero; ch’era forse una rocca longobarda prima che normanni, svevi ed angioini vi ponessero mano ad ampliarlo. E pure il Castello di Scalea contende la sommità dell’abitato al campanile di S. Maria d’Episcopio; col perimetro ampio delle mura ed i resti della Torre di Guardia che fu teatro, nel 1522, d’un famigerato tradimento: causa del saccheggio saraceno di Dragut. Mentre un esempio di nobile coraggio è legato alle memorie del Castello di Belvedere Marittimo, tra i più grandi e belli della costa, opera forse di Francesco di Giorgio. S’allude a quando, nel 1288, Ruggero Sangineto non esitò a rintuzzare gli attacchi ripetuti che vi portavano le armate di Re Giacomo d’Aragona mentre tenevano in ostaggio i suoi figli. Adagiato sulla costa, segue invece il Castello di Sangineto; con poderose torri d’angolo cui fu aggiunto, nel ‘500, un arioso loggiato: oggi fondale scenico di strepitosi eventi estivi. Ed imponente era pure il Castello di Bonifati, posto sopra il Monticello, che si dilungava per 90 metri con bastioni d’angolo. Fu distrutto, in buona parte, da Renato d’Angiò, nel 1439; nel tentativo di fare terra bruciata all’avanzata in Calabria delle truppe aragonesi. Così come poco rimane del vasto Castello di Fuscaldo, che fu sede dei Marchesi Spinelli; ridotto nell’800 a cava d’estrazione del famoso tufo di Fuscaldo cui attinsero generazioni intere di rinomati maestri scalpellini. Ed appartenente agli Spinelli era pure il Castello di Paola, “partito in più quarti di stupenda veduta” come scrisse il Pacichelli sulla fine del ‘600. Dove il cambio della guardia era tenuto da una guarnigione di 30 soldati e la scuderia poteva ospitare fino a 50 cavalli; e di cui resta oggi solo una torre superstite. Del Castello di S. Lucido, situato sopra l’Arce Nicetina, si conserva invece la bella Porta d’ingresso ed alcuni resti maestosi della rocca. E si ricorda che vi nacque, nel 1744, il cardinale Fabrizio Ruffo, fautore della riconquista sanfedista del Regno di Napoli. Un interesse artistico affatto singolare riveste, invece, il Castello di Fiumefreddo Bruzio, che fu sede del viceré di Calabria Pietro Gonzalez de Mendoza. I suoi resti suggestivi sono infatti adorni d’un ciclo d’affreschi di Salvatore Fiume che ne esaltano l’antico splendore in un’aura di magia. Come pure dei Mendoza fu per 3 secoli circa, fino all’eversione della feudalità, il Castello di Longobardi di cui rimangono gli avanzi. Sui tornanti che salgono verso l’abitato, si notano invece le muraglie e la torre circolare del Castello di Belmonte, risalente al 1270; che vide, tra i suoi tanti feudatari, Galeazzo di Tarsia. Ed infine sul pianoro che domina la marina sottostante svettano i resti del Castello d’Amantea: ariosa acropoli che si completa, a ponente, dei ruderi del Convento di S. Francesco d’Assisi. Luogo che fu teatro, nel 1806, d’una storica difesa dalle truppe francesi che Nicola Misasi poi ritrasse in un famoso romanzo.
Torri, bastioni e mura che disegnano, insomma, il panorama di molti luoghi della nostra costa; unendo l’eco d’una storia millenaria al rumore delle città d’oggi; per plasmare un territorio multiforme che ritrova nel passato l’essenza secolare della sua vita odierna.


Radio1One
(Venerdì 23 Maggio 2008)

Nessun commento: