di Carlo Andreoli
Palazzi e dimore signorili sono presenti sul Tirreno Cosentino in grande numero ed offrono un repertorio interessante del modo in cui il ceto dominante ha espresso, nel tempo, il proprio ruolo per il tramite proprio dell’architettura.
Ad Aieta, troviamo un alto esempio di questa tipica espressione nel Palazzo Feudale che, ampliato, sulla metà del ‘500, dai Martirano sui modi di quell’arte toscana ch’era giunta fino a Napoli, declina il proprio stile nell’elegante loggia che ombreggia la facciata; cui s’aggiunsero poi nel ‘700 altri ambienti dovuti ai Cosentino e agli Spinelli. E proprio agli Spinelli si deve ancora la sagoma massiccia del Palazzo dei Principi a Scalea che, costruito anch’esso sopra un edificio preesistente della Famiglia Romano, di cui restano tracce interessanti d’arte medievale, presenta sale affrescate che videro, tra l’altro, la presenza di personaggi illustri come il Caloprese e Pietro Metastasio. Il Palazzo del Lago, che si trova nelle adiacenze di Buonvicino, s’impone invece per il suo squadrato impianto, disteso sopra un’area di circa 1.500 metri quadri, in cui trovano luogo file di granai, saloni al piano nobile e terrazzi che ne fecero, nel primo ‘700, sontuosa dimora della Famiglia Cavalcanti. Mentre un tipo singolare d’edilizia signorile rivierasca è ben rappresentato dalla Villa Giunti a Sangineto, discreta ed elegante, che s’annuncia nella loggia a tre arcate preceduta da una doppia scalea. La sorte del Palazzo del Capo a Bonifati fu invece molto più complessa: da luogo di stanza dei soldati, al tempo dei Normanni, divenne residenza estiva dei Principi Telesio e Carafa; per acquistare, nell’800, coi De Aloe le forme attuali che ne fanno un albergo esclusivo e raffinato. Nel centro urbano di Cetraro, attorno alla Chiesa Madre di S. Benedetto, si profila, invece, una cortina di palazzi signorili che segnò, sull’antico Corso Umberto, l’ampliamento ottocentesco del paese. Bello, tra tutti, il Palazzo Giordanelli che si proietta all’esterno in un plastico bow-window piuttosto raro dalle nostre parti. Ma un vero campionario di dimore signorili, tra i paesi della costa, ci è dato da Fuscaldo; dove intere squadre di maestri scalpellini, profittando del tufo locale, si sbizzarrirono a lungo nell’esecuzione di portali, logge e balconi commissionati dall’aristocrazia locale. Fra tanti esempi, distinguiamo allora il Palazzo Plastina, che s’adorna d’un aereo loggiato che s’allunga sul prospetto, ed il Palazzo dei Valenza ricco d’un cortile con scalone d’elegante disegno. Ed una rassegna esemplare di palazzi barocchi, che s’affacciano sulle vie del centro storico con balconi panciuti e e ringhiere decorate, la si riscontra a Paola; come indica l’esempio del palazzo che s’affaccia sopra Piazza del Popolo, di suggestivo effetto architettonico. Nella prossima S. Lucido, sono invece tipi di dimore ottocentesche, che emergono dal fondo di giardini con palmizi, com’è il caso di Palazzo Zagarese, ovvero d’edifici che s’intarsiano eleganti nel tessuto urbano, come il Palazzo Iorio. Mentre un caso originale di dimora signorile della Rinascenza, che s’apprezza soprattutto nella corte a logge sovrapposte, la ritroviamo a Fiumefreddo Bruzio, nel Palazzo Pignatelli. Cui fa da controcanto, sulla costa, un esempio di residenza estiva, nel Casino dei Gaudiosi, fregiato in sommità d’una fine merlatura a gigli traforati.
Un campionario d’edilizia che mostra, in fin dei conti, come l’architettura abbia raggiunto qui da noi un’espressione originale anche nel campo delle dimore signorili; conseguendo un risultato di notevole valore.
Radio1One
(Venerdì 20 Giugno 2008)
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