di Daniela Ulacco
“…come mi venivano in mente le idee per i miei dipinti? Tornavo tardi la sera nel mio atelier e andavo a letto, a volte senza aver mangiato nulla. Vedevo cose e le annotavo sul mio taccuino.
Mi apparivano visioni sul soffitto.”
Entrando nei padiglioni della scuola materna “Andrea Torre”, si viene immediatamente colpiti dai magnifici lavori fatti dai bambini, alcuni dei quali fanno riferimento a grandi artisti del passato quali Renoir, Van Gogh, Mirò, Kandinsky e Klimt, ma soprattutto dalla varietà delle tecniche utilizzate.
Subito attirano l’attenzione quattro libricini, uno per ogni stagione, in cui sono raccolti i lavori di ogni singolo bambino. Ognuno di loro ha rappresentato l’estate, la primavera, l’autunno e l’inverno in modo molto personale, utilizzando i colori primari e secondari. Molto bello anche un cartellone di un albero rappresentato con la tecnica utilizzata dai puntinisti.
Non passano inosservate delle bottiglie contenenti acqua colorata, una diversa dall’altra; in realtà l’acqua vuole rappresentare un mondo di colore e ad ogni colore è stato dato un nome. Ad esempio verde fratello, arancio arancione.
Proseguendo e alzando un po’ lo sguardo si passa proprio sotto a dei veri e propri quadri di colore: ogni bambino ha trovato un nuovo colore da “ingabbiare su fogli plastificati” i quali sono diventati, come per magia, dei piccoli quadri.
Interessante anche il “tributo al quadrato”: si tratta di quattro quadrati colorati con diverse tonalità di giallo e disegnati uno sopra l’altro. La particolarità sta nell’illusione ottica tridimensionale che, facendo perdere al quadrato la sua rigidità e spigolosità, gli attribuisce, invece, una grande leggerezza.
Bellissimi anche i lavori sul Blu di Mirò e sull’azzurro cielo e l’oro nell’azzurro.
Interessante anche l’angolo dedicato all’arte, al cibo e alle culture diverse. Partendo dal libro “La terra raccontata ai ragazzi”, le maestre hanno mostrato ai loro alunni immagini di diversi Paesi che ispirano “visioni di paesaggi inconsueti, tappeti d’erba o d’acqua, macchie di colore, come quadri d’artista”.
“La proposta di questo progetto – si legge in una nota – intende lavorare sulla stimolazione della creatività personale attraverso sperimentazioni di regole e tecniche del linguaggio visivo, assumendo a nucleo tematico il colore come veicolo di un percorso sull’intercultura, inserito in un contesto più articolato di ipotesi e varianti. Il ciclo dei laboratori si propone da una parte di sensibilizzare la mente a un diverso modo di procedere, dall’altra di privilegiare il processo rispetto al risultato, per sviluppare un metodo di lavoro basato sul gioco e il fare; in questo senso il percorso didattico vuole stimolare una capacità operativa sulla materia gettando, così, qualche chiave per una grammatica visiva e portando avanti parallelamente la tematica della multiculturalità, sviluppando un discorso sul colore, anche come metafora dell’incontro, conoscenza e scambio tra popoli e culture diverse, partendo dalle diversità di ogni bambino”.
È stato come entrare in un mondo fantastico, irreale…è stato come viaggiare leggera, lasciandomi guidare soltanto dai colori, dalle sensazioni e dalla vivacità di quello che mi circondava. Le voci dei bambini di sottofondo mi hanno accompagnata durante il mio breve ma intenso viaggio nel colore.
“Il tema interculturale viene proposto – si continua a leggere nel progetto presentato dalle maestre – partendo dal tema dell’identità e diversità come approccio al mondo e alle cose usuali e comuni, che possa portare in seguito alla formazione di una propria visione del mondo. Così oggetti, elementi naturali, colori,animali, volti, esperienze acquistano la dimensione di metafora dell’incontro e dello scambio, della conoscenza e del rispetto delle differenze veicolati da un filo rosso che corre sotterraneo ma sempre presente a collegare tutti gli incontri: il colore e la narrazione di storie che parlando di identità, conoscenza, valore della differenza, incontro”.
Un piccolo viaggio che vale la pena fare per ritrovare la semplicità e per riabituare i nostri occhi e il nostro animo alla bellezza dei colori che ci circonda e che troppo spesso tendono solo al bianco o al nero.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento