di Tiziana Ruffo
Il cedro è un prodotto tipico ed esclusivo del Tirreno cosentino, che merita la necessaria valorizzazione anche ai fini del rilancio dell’agricoltura d’eccellenza del territorio . In questa direzione un primo tassello potrebbe essere costituito dalla recente approvazione da parte della Regione dello Statuto Consortile del Cedro di Calabria, che ha sede nella stessa cittadina. Un primo passo questo, che tuttavia non può restare isolato se si vuole concretamente collocare tale prodotto tipico nel circuito del mercato globale. Allo stato attuale, ad ogni modo, non c’è da parte delle istituzioni la necessaria attenzione per una sua efficace valorizzazione: spesso i piccoli imprenditori non ricevono la necessaria assistenza e sono costretti a misurarsi con numerose difficoltà talvolta insormontabili. Giovanni Fazio, un attivissimo imprenditore agricolo (ha 80 anni ed è proprietario dell'unica area industriale dell'Alto Tirreno), tra mille difficoltà porta avanti la coltura del cedro da una vita e potrebbe potenziare il suo impegno in questa direzione in un contesto di rinnovata attenzione delle istituzioni sulle potenzialità di sviluppo del prodotto tipico calabrese: “la modernizzazione delle tecniche di coltura dell’agrume - ha dichiarato Fazio- richiede finanziamenti che sono indispensabili per agevolare il salto di qualità nell’organizzazione della produzione del cedro”. La coltivazione del Cedro e' molto delicata( i contadini dedicano alla coltivazione lavoro e sacrifici. D'inverno coprono la pianta con canne che vengono tolte in primavera e per rimuovere periodicamente il terreno devono stare inginocchiati per terra) e ha bisogno di un clima molto mite, d'acqua e di protezione dal vento e dal freddo. Per questo motivo la Calabria e' uno dei pochi posti al mondo dove il Cedro ha trovato un habitat ideale nell'esigua fascia che va da Tortora a Cetraro, sulla costa tirrenica, e in provincia di Reggio Calabria". Attualmente il principale utilizzo del Cedro e' nell'industria alimentare per la preparazione di canditi e sciroppi. I risultati ottenuti dagli studi condotti dall'equipe del prof. Menichini del dipartimento di scienze farmaceutiche dell'Universita' della Calabria, però hanno dimostrato come sia possibile prefigurare per il Cedro un impiego differente. Si tratta di risultati prestigiosi "Prospettive farmaceutiche – fanno sapere dall'ateneo - nel trattamento di malattie neurodegenerative che hanno riguardato l'impiego di estratti di Cedro nel trattamento di patologie quali il diabete ed il morbo di Alzheimer. Il cedro ha anche un valore sacrale: il Prof. Elio Toaff, Rabbino Capo della Comunità Israelita di Roma lo definisce "il frutto dell'albero più bello della mitologia ebraica". richiesto dagli Israeliti per la festa dei Tabernacoli e per le celebrazioni religiose:i rabbini, sacerdoti di comunità ebraiche vengono ogni anno sulla riviera, nel mese di luglio e agosto per raccogliere e controllare di persona i piccoli cedri, indispensabili per la "festa delle capanne", la sukkoth che cade nel mese di settembre e che è per gli Ebrei di tutto il mondo l'avvenimento religioso più importante dell'anno. Parlano del cedro, anche se genericamente, Aristotele, Plinio il vecchio ed altri e negli affreschi di alcune catacombe compare anche il frutto del cedro come simbolo di culto.( Gazzetta del Sud 27 marzo)
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