di Francesca Rennis
Una leggenda yiddish e un viaggio per sconfiggere la malattia sono i temi dei due corti che saranno premiati venerdì 26 ottobre nel corso della rassegna cinematografica internazionale “Il fiore di ogni dove” dedicata ai “corti”. Lavori che portano il confronto artistico oltre i confini linguistici e culturali non solo perché frutto di tesi di laurea di un tedesco, Martin Rahmlow, e di una russa, Irina Litmanovich, ma soprattutto per la presenza di una giuria internazionale, presieduta da Monsieur Robert Kalman, membro del Comitato Esecutivo dell’Unesco di Parigi che sarà l’ospite d’onore alla cerimonia del 26 ottobre. L’originalità dei cortometraggi nel rimaneggiare il già noto attraverso l’utilizzo di strumenti multimediali prende forma visiva, si materializza in visioni catturate all’immaginazione.
Ritorna la leggenda del topolino mangiato dal gatto, come nella celebre canzone “Alla fiera dell’est” di Angelo Branduardi recuperata dal folclore yiddish mittleuropeo. E’ il caso di “Khelom’s customs” di Irina Litmanovich presentato per la sezione Disegno animato. La forma multimediale media il contenuto morale che riesce a far presa sullo spettatore accalappiato nella rete di suggestioni antiche. La coscienza religiosa ebraica non rimane così sullo sfondo di abilità tecniche ma ripropone comunque una verità del senso comune. Ogni risposta ad un problema ripresenta un altro problema e quasi sempre i guai aumentano. “Never end”, dirà alla fine l’autrice che si è ispirata al poema di Ovsei Driz.
Ritorna anche il tema del viandante alla ricerca di una cura per la sua inguaribile malattia. E’ il viaggio dell’uomo alla ricerca del propria identità, la pietra filosofale per eccellenza. Solo l’accettazione delle traversie che dovrà affrontare possono alla fine dargli la salvezza. In gara per la sezione Digitale ha colpito la straordinarietà con cui il giovane regista è riuscito a restituire immagini tra onirico e allegorico senza perdere il senso della storia. In questo percorso dal titolo “Aal im Schadel”, ovvero “Anguille”, si è cimentato Rahmlow. Questi, diplomato alla FilmAkademie di Baden-Wurttemberg, si è poi specializzato presso l’Animation Institute interno alla facoltà; la Litmanovich, dopo aver frequentato il Department of Visual communication alla “Bezalel” Arts Academy di Gerusalemme ed aver lavorato come assistente alla regia e direttore artistico in vari studi, si è poi specializzata in regia alla Shar School-Studio di Mosca .
Il Premio Simona Gesmundo Corti d’Animazione sin dal suo esordio è stato patrocinato dal Conseil du Cinema, de la Televisione et de la Communication Audiovisuelle dell’Unesco, dalla Presidenza del Consiglio Regionale, dalla Provincia di Cosenza e dal Comune di Cetraro. L’edizione di quest’anno, intorno alla quale si sono raccolte diverse aspettative, è stata organizzata in partecipazione con la Giornata mondiale del Cinema d’animazione e si avvale dell’importante patrocinio dell’Asifa - International animated film association.
Ideata e diretta dalla docente universitaria e scrittrice Matilde Tortora, curata dal Laboratorio sperimentale “G. Losardo”, in questa terza rassegna ha preso in esame oltre 40 cortometraggi animati provenienti da tutta Europa. La manifestazione prende le mosse dalla passione, interrotta tragicamente, della giovane studiosa di cinema e linguaggi multimediali Simona Gesmundo. Una passione che si ripercuote su partecipanti e pubblico, entrata con la manifestazione anche nel periodico di cultura cinematografica Quaderni di Cinemasud, che ospita i festival di cinema più importanti d’Italia e d’Europa e che privilegia i nuovi autori, il genere documentario e le cinematografie del Sud del mondo.( Provincia Cosentina ottobre)
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