domenica 20 gennaio 2008

Il complesso medievale di S. Michele a S. Maria del Cedro

di Carlo Andreoli

Lo scorso ottobre, il Ministero per i Beni Culturali, nell’ambito dell’iniziativa MaratonArte tesa a raccogliere fondi per il recupero d’alcuni siti d’interesse nazionale, ha inserito tra i suoi obiettivi prioritari anche il complesso medievale di S. Michele che si trova nel comune di S. Maria del Cedro.
Una scelta mirata e previdente che valorizza oltre tutto un territorio che presenta senza dubbio elementi di pregio singolare.
Nella vallata di S. Maria sono infatti radunate testimonianze che vanno dal periodo magno-greco fino all’evo moderno: come i resti della città ellenica di Laos, vestigia della civiltà basiliana, monumenti della dominazione normanna, esemplari notevoli d’architettura del ‘500 – come il Carcere dell’Impresa – o d’urbanistica del ‘600 – come la piazza quadrilatera dell’antico centro urbano voluto dai Brancati.
E tutto questo insieme, eterogeneo ma composito, si distende nella cornice pittoresca del verde delle cedriere; che da tempo immemorabile allignano in questa piana della bassa valle del Lao.
Ma vediamo d’appuntare l’attenzione sul complesso medievale di S. Michele; per notarne brevemente la sostanza.
Lungo il corso del fiume Abatemarco, che dava nome un tempo all’abitato originario, sopra un costone di roccia s’intravede il profilo d’un castello che incombe sopra i resti d’una chiesa.
Il castello è quanto rimane della rocca fondata dai Normanni ed ampliata nei secoli a venire dai vari feudatari che regnarono sul luogo.
La chiesa, intitolata a S. Michele, faceva invece parte d’un’abbazia benedettina che, poco dopo il Mille, s’insediò lassù; prendendo forse il posto d’un asceterio basiliano che vide la frequentazione di figure carismatiche della chiesa calabrese: come Nilo da Rossano.
Ma è mirabile osservare come entrambi restituiscano l’immagine del potere temporale e spirituale che lungo molti secoli contrassegnò quella contrada; ch’era peraltro luogo di transito frequente tra i due mari di Calabria. Unendo l’uno all’altro in un profilo unico che ci dice come chiesa e castello fossero tutt’uno e vivessero nei secoli passati della stessa sorte: unificando il misticismo della badia benedettina all’aria di corte del maniero soprastante.
Dei resti della Chiesa di S. Michele fanno pure parte due affreschi suggestivi che, staccati dalle mura e restaurati, si trovano oggi collocati nella Casa Comunale di S. Maria del Cedro.
Si tratta d’un S. Sebastiano ch’è legato a un tronco d’albero mentre un angelo gli cinge la testa della corona del martirio. E d’una Madonna col Bambino che sta in mezzo a S. Leonardo e un Santo Vescovo.
Sono due dipinti solcati da ampie lacune d’intonaco; ma che conservano ancora intatta una grazia pittorica di sapore candido e ingenuo.
Quel fiato d’umanità religiosa che l’arte delle chiese romaniche riuscì ad infondere alle figure ieratiche della passata tradizione bizantina; insegnando che il rispetto di Dio parte sempre e comunque dal rispetto dell’uomo.
Un tassello importante, quindi, della pittura sacra della Calabria Cosentina; che gli affreschi superstiti di S. Maria del Cedro ci consentono ancora oggi di cogliere: in tutta la sua fuggevole grazia di colori.


Radio1One
(Venerdì 18 Gennaio 2008)

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