sabato 5 gennaio 2008

Umberto Baglioni: uno scultore di Scalea a Torino

di Carlo Andreoli

Molto spesso la Calabria ha visto nascere talenti che si sono poi affermati altrove. Ed uno di questi, del tutto ignoto ancora al pubblico locale, è Umberto Baglioni; che fu scultore del primo ‘900 italiano.
Baglioni nacque a Scalea nel 1893; ma francamente poco altro si sa del periodo della sua infanzia, a Scalea ed in Calabria. E’ certo, invece, che, intorno al 1917, dopo essere passato per Firenze, si stabilì a Torino: dove divenne allievo, all’Accademia Albertina, d’un celebre maestro: Edoardo Rubino. Nella Torino di quei tempi, ricca di voghe e di fermenti, teneva ancora piede un’arte scapigliata, ch’era prossima al liberty; ma s’iniziava pure ad affermare, con l’avvento del Fascismo, una sorta di gusto ‘neolatino’: di cui, appunto, Baglioni fu una delle tipiche espressioni.
Intorno al ’20, apre in conto proprio a Torino uno studio di scultura; ed inizia ad esporre le sue opere alla Promotrice di Belle Arti ed al Circolo degli Artisti. Diviene già maestro affermato; e si ritrova tra i suoi allievi uno scultore come Luigi Comazzi; che gli starà a fianco per quasi 15 anni.
Si dedica pure all’arte sacra; ed espone, nel ’30, alla Mostra d’Arte Sacra di Roma una sua ‘Madonna col Bambino’. Mentre la Galleria d’Arte Moderna di Torino accolse un suo nudo femminile molto interessante, che porta il titolo di ‘Selvaggia’.
Nel ’32 inizia a partecipare alla Biennale di Venezia; dove sarà presente 7 volte, disponendo spesso d’uno spazio personale che gli consentirà di mostrare appieno la sua ricerca artistica.
Ma Baglioni resta soprattutto uno scultore legato alla sua città d’adozione, Torino; dove lascia traccia della sua spiccata personalità.
A Torino collabora, con importanti architetti, alla decorazione scultorea di palazzi; com’è il caso del Palazzo in Via Palmieri, eseguito da Antonio Pogatschnig, che vede in sommità due grandi statue di Baglioni che completano la facciata.
Ma la sua opera più tipica, nel pieno centro cittadino, è la coppia di fontane ispirate ai fiumi che attraversano Torino: la Fontana del Po e quella della Dora; opere che fanno parte ormai da tempo del panorama urbano torinese.
Baglioni le eseguì nel ’37, risultando vincitore d’un concorso cui parteciparono 56 artisti; e rappresentano i due fiumi torinesi sotto forma di figura umana: un uomo barbuto ed una donna formosa, distesi ognuno sopra un basamento.
Dopo aver molto lavorato, anche nei comuni della cinta torinese, Baglioni coprì la carica d’insegnante nell’Accademia di Belle Arti di Torino.
Ed a Torino morì, nel 1965. Lasciando, nell’elegante capoluogo del Piemonte, una traccia importante della sua vita d’artista. Quella vita iniziata, anni prima, in Calabria: nella città di Scalea, forse mai dimenticata.


Radio1One
(Venerdì 4 Gennaio 2008)

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