di Matilde Tortora
Si è concluso sabato 19 aprile la 12° edizione del Festival di Verona “Schermi d’Amore”, direttore artistico Paolo Romano, cui si deve anche l’ottima selezione operata di film provenienti da diversi continenti, che hanno consentito per i dieci giorni del Festival di tastare il polso di una cinematografia internazionale davvero interessante che non avremmo altrimenti avuto modo di vedere noi e i tantissimi spettatori che ad ogni proiezione hanno affollato il Cinema Filarmonico di Verona, in una full immersion di “schermi” di livello e in una disamina ampia di tematiche e di prospettive anche stilistiche e contenutistiche di vera modernità.
Sicché non ci ha stupito che sia stato il bel film spagnolo “La soledad” di Jaime Rosales ad avere vinto questa Edizione, meritando il premio Rosa d’oro Schermi d’Amore - Premio Calzedonia - «Per aver trovato una propria e originale cifra poetica nell’analizzare con discrezione la quotidianità della vita senza compiacimenti naturalistici» - come si è espressa la Giuria ufficiale del festival, composta quest’anno dal regista Peter Del Monte, dalla produttrice Donatella Botti e dagli attori Anita Caprioli, Cecilia Dazzi e Daniele Liotti.
Il premio è stato ritirato dalla intensa e bravissima Sonia Almarcha, che in questo film madrileno del 2007 riesce a dire la condizione di una giovane donna, la terribilità del quotidiano e pure il coraggio del vivere oggi e del vivere in una grande città esposta ad attacchi proditori e letali.
Il Premio Miglior interpretazione è stato attribuito a Woody Harrelson per “The Walker” di Paul Schrader - «Per l’intelligenza, l’artificio e la naturalezza con cui ha costruito il suo personaggio».
La Rosa d’argento Schermi d’Amore - Premio Speciale della Giuria è stato attribuito a “Lo mejor de mí “di Roser Aguilar - «Per la semplicità e la profondità con cui la regista racconta la complessità dell’amore attraverso un personaggio femminile». Il premio è stato ritirato dalla regista del film Roser Anguilar (Barcellona, 1971) che ha portato con vero piglio autoriale sullo schermo un’altra storia di giovane donna, capace di scelte coraggiose e determinanti e di vero amore per il partner ma anche per se stessa.
Il Premio dell’Ordine dei Giornalisti - Premio Stefano Reggiani è stato attribuito ex-aequo, la Giuria dei giornalisti, composta da Alessandro Cuk (Cinit, Cineforum italiano), Adamo Dagradi (L’Arena), Giampiero Francesca (Close-Up), Marco Palmese (Cinemaplus.it) e Matilde Tortora (Conseil du Cinéma) lo ha attribuito al film “Hallam Foe” di David Mackenzie e al film “Lo mejor de mí” di Roser Aguilar, con la seguente motivazione «perché, nella logica della contaminazione dei generi, si distinguono per autorialità e modernità. Sono entrambe opere giovani e vitali, grazie alle quali Schermi d’Amore conferma il suo stimolante equilibrio tra classicità e innovazione.»
Il Premio del Pubblico (sponsor Fimauto e Veronamotors - MINI Italia) è andato anch’esso al film spagnolo “Lo mejor de mí “di Roser Aguilar.
Il Premio Giuria Giovani, che è stato assegnato da 20 ragazzi dai 18 ai 25 anni scelti in seguito alla selezione coordinata dal Maurizio Zanetti ha decretato vincitore “Hallam Foe” del regista David Mackenzie - «Per la rappresentazione di una fragile gioventù, per le straordinarie interpretazioni e per la colonna sonora che aggiunge emozione alle emozioni”.
La Giuria Giovani ha anche segnalato il film “Never Forever” di Gina Kim, auspicando che per esso non tardi la possibilità che sia distribuito e visto nelle sale italiane.
Al grande cineasta inglese John Boorman, il regista di “Un tranquillo weekend di paura” (Deliverance, 1972), candidato all'Oscar, di “Excalibur” (1981), “La foresta di smeraldo” (The Emerald Forest, 1995), “Il sarto di Panama” (The Tailor of Panama, 2001) e “In My Country”(2004), sull'apartheid in Sud Africa il Festival Schermi d'Amore ha assegnato un «riconoscimento speciale come regista visionario del cinema contemporaneo».
Anche “l’amore” per il cinema musicale è stato protagonista di questa edizione 2008 del Festival “Schermi d’Amore”, a partire da quello praticato dal cinema degli anni Sessanta (ad esempio i “musicarelli” del regista Ettore Fizzarotti interpretati dai divi della canzone dell’epoca, Gianni Morandi in coppia con Laura Efrikian la maggior parte) ai videoclip musicali, di cui la città di Verona è insuperata leader a livello nazionale, un impedibile occasione offerta da MINILab per riflettere sui rapporti tra autori delle canzoni e registi che ne trasformano in immagini i testi e inoltre l’attenzione ai nuovissimi linguaggi con I Love You Too, uno spazio dedicato al cinema nell’era delle tecniche di produzione distribuzione digitale, dalla web a YouTube.
Infine Piera Detassis, direttore di Ciak, ha consegnato il Premio Femme Fatale, Femministe Fatale all’attrice Claudia Gerini, che ha portato sullo schermo italiano personaggi femminili che nel contempo riescono a unire fascino e comicità, humour e trasgressione, riconoscendo alla Gerini qualità d’interprete tali da poter essere designata senz’altro ad un cinema anche internazionale, erede unica forse della grande Monica Vitti. L’interessante dialogo che la Detassis ha intrattenuto nel pomeriggio del giorno della premiazione con la Gerini al cospetto di un pubblico attento e motivato ha scandagliato, è stato proiettato anche un bellissimo video in cui la Gerini interpreta Eva Kant sulle note di una canzone di Federico Zampagliene, il desiderio segreto dell’attrice di volere interpretare prima o poi un musical, ma non un revival di musical quanto piuttosto un musical del tutto nuovo e creato oggi.
Quanto alle Sezioni collaterali:Il Cinema è femmina.omaggio a Gorge Cukor, un ben articolato omaggio al “regista delle donne” che ha mostrato dodici suoi film a partire da “Giulietta e Romeo” del 1936 a “Ricche e famose” del 1981, 5x2-Dieci Film di François Ozon, in dieci film appunto ha consentito un excursus nell’universo femminile del regista francese, Panorama ha poi in quattordici film fatto vedere preziose anteprime e curiosità provenienti dagli schermi dei maggiori festival internazionali, con evidenti le tante contaminazioni del mélo con altri generi, oggi praticate dai registi nel mondo. E, in anteprime nazionali, sono stati proiettati in apertura e in chiusura i film “Il y a longtemps que je t’aime” (Francia/Germania 2008) di Philippe Claudel e “The Other Boleyn Girl” (Gran Bretagna/Usa 2008) di Justin Chadwick.
Tra i tanti meriti di questo Festival c’è anche quello importantissimo, di consentire, grazie al Premio Calzedonia, che il film premiato sia distribuito nelle sale e noi ci auguriamo che anche tutti gli altri film premiati possano incontrare, distribuiti in Italia, il grande pubblico degli spettatori.
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